di Alfredo Morganti
Il vuoto che indossa gli sci in Pakistan
Tutto quel che fa Matteo Renzi è affinché si parli di lui. Come sto facendo io adesso, forse sbagliando. Ma è per dire che il programma di Renzi è Renzi stesso, come ha già precisato Bersani. Il suo mondo gira attorno a lui, non va oltre la propria ambizione personale: rigorosamente personale! In questo è ascetico. Non c’è uno in Italia disposto a dire, a cuor leggero, che Matteo Renzi desideri davvero il bene del Paese, disposto a dichiarare che il rignanese abbia quale sincero riferimento il bene comune. Forse nemmeno tra i suoi, a parte i tifosi. Mettete assieme le sue ultime dichiarazioni. Sono queste: 1) non ho mai detto che voglio uscire dalla maggioranza; 2) voglio l’elezione diretta del premier. Fate uno più uno e fà due. Renzi vuole far cadere il governo ma non la maggioranza, che, invece, potrebbe tornargli comoda ai propri fini futuri. Quali? Proporsi come nuovo premier dopo aver fatto cadere Conte come fece già con Letta, nonché tutti i possibili Presidenti del Consiglio successivi, come una epidemia, sinché non si arrivi in ultimo a lui per mancanza di altri candidati.
In questo senso vorrebbe l’ ‘elezione diretta del premier’. Egli la intende come il metodo per porre se stesso, la propria incommensurabile ambizione personalistica di nuovo al centro del mondo politico, e poter sedere così sul trono di Palazzo Chigi un’altra volta. Niente di più e niente di meno di questa povera cosa. Sapevatelo: Renzi è il vuoto che indossa gli sci in Pakistan. Nemmeno a Cortina, ma in Pakistan. Punto. Si sbrigassero, allora, a fare questo ‘partito nuovo’ come patrimonio comune, largo, plurale della sinistra; spalancassero porte e finestre; dessero finalmente una svolta a questa asfissia politica, in cui riesce a respirare e a prender fiato solo il perdente di successo, che, proprio per questo, ci resta azzannato alla caviglia come una specie di molosso. Quello che dico ai ‘gonzi’, dopo averli comunque ringraziati per aver capito alla fin fine il dramma (non è mai troppo tardi), è questo: ma vi rendete conto che cosa ci avete scagliato indosso? E cosa ci tocca sopportare oggi?


