Riportare a casa la politica. Ecco che cosa dobbiamo fare

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti

Cosa vuol dire ‘personalizzare’? Vuol dire sganciare la politica dalle organizzazioni, da un sentimento comune, dalla partecipazione organizzata per renderla uno strumento ‘tecnico’ quasi neutro, un semplice arnese a servizio di qualche ambizioso. ‘Personalizzare’ vuol dire ‘cancellare’ la politica come intermediazione tra il potere e la ‘gente’. Affidando direttamente a qualcuno (un leader, un Capo) il compito di gestire dall’alto del Palazzo e dei media il rapporto con le persone prese nella loro lontana solitudine, tramutate quindi nel popolo ‘del’ Capo, nel ‘suo’ popolo. Oggi questa metodologia è ai massimi. Morti ammazzati i partiti, i media spadroneggiano e i leader ambiziosissimi e solitari nuotano in questo mare vuoto di idee e di vita, predicando sciocchezze ogni qualvolta intravedano un microfono o una tastiera.

Vi meravigliate, allora, che alcuni anonimi parlamentari scivolino da un seggio all’altro? Vi meravigliate che le leggi elettorali, per ciò che riguarda la selezione della classe dirigente, funzionino come un flipper e rilancino persone a caso, riversandole nelle istituzioni alla qualunque? No, affatto. Nell’epoca degli uomini soli al comando del nulla di nulla, che oggi sono insediati ai vertici dopo aver disintermediato e sono sporti sul vuoto prodotto dall’assenza di istituzioni, partiti e rete di partecipazione, tutto questo è cibo quotidiano. Essi si specchiano come pavoni in quel vuoto, rimirano direttamente in volto il ‘loro’ popolo (e quindi se stessi, la propria proiezione) e parlano ad altri parlando direttamente a se stessi.

La verità è che senza l’Altro la prassi politica macina a vuoto. E l’Altro (le figure sociali effettive) scompare alla vista se non c’è un lente per focalizzarlo. E la lente sono le istituzioni e i partiti, i corpi intermedi e le associazioni, la rete della partecipazione organizzata e della cultura. Questa è la mediazione la cui assenza ci rende ciechi, ambiziosi e trasformisti. La personalizzazione è fatta di uomini soli, di meteore che si muovono in un universo svuotato, disintermediato, senza corpi, senza linguaggio, senza rappresentanza. Gli ultimi venti, trent’anni di cronache politiche questo ci hanno regalato: maggioritario, partiti leggeri sino alla consunzione, uomini nuovi, la fine persino di ogni narrazione sostituita da grugniti mediatici, e una lenta disgregazione del senso di comunità e della forma organizzativa. La sinistra, molto brevemente, dovrebbe porre fine a questa consunzione, riportando finalmente a casa la politica dopo un lungo esilio. Se c’è la politica c’è la sinistra: è quasi una tautologia. Non è facile, ma almeno ci è chiaro.

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