La natura (non) ama nascondersi. Alla fine si mostra col suo volto vero.
La Meloni, in una intervista tv, ha definito ‘criminale’ il Presidente del Consiglio, anche se poi si è corretta (bontà sua) parlando soltanto di un atteggiamento tale. Non entro nel merito dell’accusa, fa parte della dialettica politica, che non si placa né deve placarsi anche nel momento emergenziale, purché certo lo si faccia coi toni giusti e con lo spirito giusto, il più possibile costruttivo. Il fatto è che la destra stenta a capire che non è questo il momento di mostrare i muscoli a un Paese concentrato su altro, cosa ben più seria di certe lunari lotte per il potere. Durante la stessa intervista alla Meloni è scappato anche questo: “Avrei potuto giocare sulla paura per creare facile consenso”, invece di mostrarsi responsabile verso il Paese. Ammesso e non concesso che sia così, vi rendete conto, nella foga della polemica, quale confessione ne è nata?
Il leader di F.I. ha disinvoltamente chiarito che giocare sulla paura crea consenso, proprio come quando si indicano i neri e gli immigrati come pericolosi per noi, per la salute pubblica e per il lavoro che ci rubano, piegati in due a raccogliere pomodori. Esatto Meloni, la paura serve a creare facile consenso. Proprio quello che la destra ha sempre fatto e avrebbe voluto continuare a fare anche col coronavirus in casa, ma si è dovuta frenare per non apparire troppo scaltra e cinica, uno stile che di questi tempi non paga affatto (guardate Renzi e il suo 2,8%). Tant’è vero che i sondaggi raccontano una sinistra in recupero, e una destra che non cresce come sembrava fatale sino a pochi mesi or sono. Nonostante i buoni propositi, tuttavia, qualcosa sfugge, tipo l’accusa a Conte di comportarsi come un criminale. Sapete che c’è? La natura è beffarda, forse non ama nascondersi, per quanto uno si trattenga.


