18 marzo 2020
Nonostante le innumerevoli rassicurazioni, la pioggia di miliardi, le parole di fiducia, l’iniezione di denaro, le borse mondiali (compresa Wall Street) fanno il rally e vedono rosso, toccando abissi che avevano dimenticato da tempo. Una giornalista di Sky faceva notare la contraddizione or ora. E restava perplessa, lei per prima, e si chiedeva com’era possibile la mancata risposta delle borse dinanzi a quella mole di denaro. Mi domando: e se la fiducia non dipendesse, oggi, dalla risposta dei governi in tema finanziario ed economico, ma dall’effettiva volontà di alzare il livello della cura, della sicurezza sociale, della sanità pubblica? Se oggi, dunque, in questo inedito clima, la sanità avesse di per sé un valore finanziario, ossia fosse la molle capace di far tornare la speranza e spingesse a investire, invece di vendere, vendere, vendere in preda al panico? Se, insomma, fosse proprio l’attenzione verso chi soffre, verso il disagio, fosse la tutela, verso la malattia, verso la morte l’elemento catartico capace di smuovere l’economia in avanti, oltre la febbre del virus?
Io credo che sia questo il rovello, ma sia anche questa la soluzione. Oggi i valori economici stanno cambiando, e miliardi di persone ormai sanno che, se c’è la tempesta perfetta, se è in discussione la sicurezza, non basta e non serve pompare danaro, ma bisogna alzare i gradi di sicurezza pubblica, indicare una salvezza, rafforzare la cura e potenziare i parametri della sanità pubblica, mettere in salvo gli ultimi, non mandarli al macello come un gregge anonimo, come se l’economia fosse dotata di una autonomia assoluta, direi totalmente disumana. La sanità dicevo è valore: morale, sociale, personale e, sempre più, anche economico. Lo hanno capito persino gli operatori di borsa, che è tutto dire. Ma non lo capiscono i potenti e i media, ormai storti mentalmente da decenni di liberismo, finanziarizzazione, indici economici. Da veri maschi alfa , sono del tutto incapaci di pensare l’uomo per quel che è: un essere fragile che, nei momenti peggiori, sente come un macigno insopportabile tutto il peso della propria ineludibile fragilità.
19 marzo 2020
Ribadisco: la sanità pubblica è il valore. L’Altro è il riferimento, non i nostri egoismi.
Lo avevo scritto ieri e lo ripeto. Non sarà una iniezione per quanto massiccia di denaro a salvarci dalla recessione, a risollevare le borse, a ridare ‘fiducia’ alle aziende. Gli indici economici continuano a crollare anche se si annunciano 100, 500, 1000 miliardi di euro o di dollari. Purtroppo, pensare in sola modalità economica è l’effetto conseguente di questi anni di liberismo e finanziarizzazione. E questo vale anche per la sinistra. Si ritiene che la speranza e la fiducia possano ricostruirsi soltanto ‘pagando’, solo esibendo risorse economiche, solo rovesciando sulla società incentivi e agevolazioni. E invece appare evidente come, in piena epidemia, nella insicurezza globale di questi tempi, la sola vera ‘sicurezza’ sia legata alla cura, all’assistenza, alla sanità pubblica, tutti fattori contrari alla impetuosa avanzata dell’iniziativa privata, competitiva, individuale, imprenditoriale, dell’uomo solo al comando imprenditore di se stesso. Eppure è solo andando in controtendenza rispetto al liberismo, alla solitudine individuale e al diniego dell’Altro, che si può invertire la marcia e salvare l’economia. La sanità è il valore, anche finanziario, lo si sappia. Io credo che i mitici mercati attendano più un vaccino che montagne di denaro calate a babbo morto in questa incertezza. Investite sulla sanità e sulla salute, invece di pompare il mercato senza effetto concreto. La fiducia è collegata alla speranza, e la speranza è speranza di cura e di assistenza. La speranza è l’Altro, ossia l’opposto dei nostri egoismi, e l’economia deve virare verso il bene pubblico non verso i già immensi patrimoni personali oppure verso la brama di possesso e la superbia dei soliti pochi.


