Sui poeti veri, presunti e sulla gloria postuma…

per Davide Morelli
Autore originale del testo: Davide morelli

A volte penso alla cosiddetta fortuna critica dei poeti e delle poetesse. Chi l’avrebbe detto che Dino Campana sarebbe diventato un immortale della poesia ad esempio? E che dire ad esempio di Sergio Corazzini? Chi l’avrebbe detto che sarebbe diventato un caposcuola dei crepuscolari quando morì giovane? Ma i più sono destinati a scomparire. È difficile giudicare e trovare il discrimine tra il memorabile e il mediocre. È difficile stabilire cosa è grano e cosa è loglio. La gloria postuma è determinata da una concomitanza di fattori. Non sono da trascurare le pubbliche relazioni intessute in vita. Alcuni forse è bene che siano dimenticati. A volte penso allo sforzo di molti di emergere, di assurgere alla fama. Penso a quanti soldi spendono stampando libri a pagamento che finiscono al macero. No. Per la poesia contemporanea in Italia non c’è riscontro. Penso all’ipertrofia dell’io e al narcisismo di molti autori. Penso alle ambizioni che non portano a niente. Penso a chi pubblica a sue spese un libro di poesie e si crede di avere fatto chissà cosa. Mettiamo che uno faccia un affare pubblicando un libro con milleduecento euro. Ebbene probabilmente godrebbe di più andando una quarantina di volte al ristorante(mettiamo che una cena in media costi trenta euro).  Se per Guccini essere un celebre cantautore è una “gloria da stronzi” essere degli anonimi verseggiatori allora che gloria è? Certo ci sono poeti che meriterebbero di essere conosciuti al grande pubblico, ma c’è chi dice che è meglio appartenere ad una nicchia e che inoltre non devono essere date perle ai porci. Di Maria Turtura si trova pochissimo in rete. Sul web si trova una sua sola poesia. D’altronde i motori di ricerca sono attendibili fino ad un certo punto. Si pensi solo a cosa accade se uno fa ricerche di medicina. Su google i siti che compaiono nelle prime pagine sono quelli che hanno il page rank più alto e non sono necessariamente i più seri. Compaiono nelle prime pagine i siti più popolari. Sono i limiti degli algoritmi. Poi è morta nel 1972. Troppo tempo! La cosiddetta web poetry italiana si interessa solo dei nativi digitali o di coloro che sono viventi e possono autocelebrarsi e promuoversi. Maria Turtura era una donna molto appartata. Era anche molto triste. Comunque vi farete una idea più articolata e chiuderete i vostri pensieri quando avrete letto le sue liriche. Io trovo che sia una voce lirica potente, anche se ci si trova in un labirinto senza uscita leggendo le sue cose. D’altronde ci sono autori morti prematuramente che sono quasi scomparsi. Posso citare Giacomo Turra morto in Colombia giovanissimo le cui poesie sono state prefate da Zanzotto e Alice Sturiale morta addirittura adolescente e i cui scritti sono stati prefati da Mariella Bettarini.  Pochissimi hanno gloria postuma. I posteri poi sono in altre faccende affaccendati. Sempre a proposito di autori morti due volte ricordo Daniele Boccardi e Claudia Ruggeri, scomparsi entrambi giovani e suicidi. Molti aspiranti poeti  credono di avere notorietà pubblicando libri di poesia pagando 3000 euro. La realtà è che resteranno solo quelli pubblicati da Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Garzanti, Feltrinelli, La nave di Teseo. Di Giacomo Turra lessi alcune sue poesie su un quotidiano. Non penso che si possa più acquistare il suo libro di poesie. Di Alice Sturiale ho perso il libro. Comunque qualcosa in rete si trova. Allo stesso modo si trova in rete diverso materiale di Daniele Boccardi e Claudia Ruggeri(da non confondere con la cognata di Bonolis sua omonima e molto più nota della poetessa). La gloria postuma forse verrà decisa in futuro dalla popolarità sui motori di ricerca. Forse avverrà anche per i letterati. Sarà questione di fortuna. Sarà questione di surfing sui motori di ricerca. La fama dipenderà anche da quanti altri omonimi ci saranno. Chi avrà un nome ed un cognome comune sarà meno noto. Sarebbe senza ombra di dubbio un controsenso, una assurdità del web. Per la prosa ci sarebbe la scrittrice Babsi Jones che ha pubblicato due libri, uno con Minimum fax ed uno con la Rizzoli. Aveva la benedizione di Giuseppe Genna. Si è ritirata a vita privata ed ha smesso di scrivere. I suoi libri sono introvabili. Aveva un blog che ha cancellato. Non resta più niente di lei, anche se è viva e vegeta. Io avevo letto buona parte del blog. Una curiosità : Daniele Boccardi si è suicidato e pochi giorni dopo è arrivata a casa sua la risposta della Mondadori: gli avrebbero pubblicato il libro. Una persona che ha pubblicato un solo ottimo libro di poesia è stato Carlo Fusai di Pontedera. Lavorava in pretura. Pubblicò un’ottima silloge con la Rebellato. Poi più niente. Solo versi stampati per pochi amici e conoscenti fidati. E che dire del pontederse adottato Dino Carlesi? È morto molto anziano. Ha pubblicato una ventina di raccolte di versi. È stato molto prolifico. Però i suoi libri giacciono nella biblioteca di Pontedera. Solo pochi li leggono. Di lui rimarrà qualcosa per il semplice fatto che era anche un critico d’arte e molti pittori del circondario lo ricorderanno. Ma resterà noto solo in ambito locale. Niente più. Al di fuori del pisano nessuno lo conosce. Dino Fantozzi aveva un negozio di macchine da scrivere. Era scapolo. Morì da solo per un attacco di cuore alla stazione di Pisa. Ha pubblicato un solo libro di versi, intitolato “Pensieri poveri di un povero uomo”. Il suo volume si trova oggi nelle librerie di pochi parenti. Come dicevano i latini  “sic transit gloria mundi”.

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