Cos’è la destra, tanto più nell’epoca della pandemia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Cos’è la destra, tanto più nell’epoca della pandemia.

Da oggi, per me, la destra è anche chi dice: “Roma”, “quelli di Roma”, “laggiù (o lassù) a Roma”. E guarda caso sono i sovranisti-nazionalisti quelli che più ricorrono a queste locuzioni e quelli che più di tutti fanno localismo spicciolo. Non è un caso e non me ne meraviglio. E nemmeno mi stupisco se sono gli stessi che, in tempi di eccezionale emergenza sembra che si occupino più delle proprie ambizioni di potere personale, che del bene comune. Perché certo non è porgere attenzione al bene comune fare il controcanto al governo: dire aprire, quando si chiude; dire che non basta mai quel che si è deciso, per quanto straordinario; invocare una Norimberga dell’esecutivo; profetizzare una guerra civile; strizzare l’occhio alla rivolta sociale; chiedere un cazzo di governo di salute pubblica, oppure elezioni a maggio, oppure la riapertura quando ci sono ancora cortei di bare a Bergamo, o anche esigere che aprano le librerie quando l’esigente non legge un cazzo di libro da decenni; o peggio invocare un uomo solo al comando, magari militare, magari Pinochet in persona, dicendogli: vai, è solo un gregge, buttali in uno stadio, immunizzali a bastonate. Ecco la destra, eccola squadernata davanti ai nostri occhi. Non serve andare sui libri di Bobbio per capirlo, o filosofeggiare, anche se è utile farlo in generale. La destra è la quintessenza degli egoismi eletta a virtù.

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