Questa Italia è già migliore di quella del Papeete

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Questa Italia è già migliore di quella del Papeete

Quante Italie esistono? Tante. Non solo nello spazio: una per ogni regione, una per ogni città, una per ogni latitudine. Ma anche nel tempo. L’Italia di oggi vi sembra la stessa Italia di pochi mesi fa? Allora il tema era: dagli al “negro”, allo straniero, al povero, all’immigrato! Oggi vi sentite di dire che è la medesima cosa? Non siete d’accordo con me che negli ultimi due mesi abbiamo avuto un Paese solidale, concentrato sul bene comune, che si è sentito unito nella crisi? Ecco il punto.

L’Italia non è un luogo immaginario o metafisico. È il risultato di tanto fattori storici, di tante evenienze e circostanze. Oggi è lo specchio della crisi epidemica che ha subito, ma anche della direzione politica che le è stata impressa nella tempesta del virus.

Il segnale immediato è stata la cura, l’assistenza sanitaria, la richiesta a tutti di stare in casa per la propria salute, ma soprattutto per la salute di tutti, per non far crollare la sanità, per non scatenare ancor più l’epidemia, per consentire l’assistenza dei più sfortunati. È stata una scelta politica, all’avanguardia e in anticipo verso altre nazioni. La scelta di non pensare la comunità come un gregge, ma come persone. L’economia sarebbe venuta subito dopo, così la geopolitica, così i rapporti di potere, così la competizione personale e sociale.

Questa scelta ha ridisegnato il Paese, lo ha reso diverso in poche settimane. La rabbia è stata riconvertita in pazienza e in solidarietà. Le grida di risentimento e di odio verso l’Altro che venivano da Palazzo Chigi negli anni trascorsi, si sono mutate in prudenza e saggezza. Virtù politiche, non rabbia a buon mercato. L’Italia è stata ridipinta e si è riscoperta nel silenzio delle strade ma nel pieno dei cuori, sia quelli impegnati nella cura sia quelli che, da casa, partecipavano con la loro preziosa non partecipazione.

L’immagine del Paese, la sua sostanza dipendono da chi dà la direzione, da chi indica la prospettiva, da chi sceglie il linguaggio, i sentimenti, le parole per raccontarlo e per guidarlo. L’Italia di questo governo è diversa e migliore di quella dei Renzi, dei Salvini, dei gialloverdi. In fondo il gradimento di Conte non viene dal nulla. Ma da scelte politiche precise, da un’atmosfera culturale diversa, da discorsi pacati, da un clima di ascolto e di fiducia.

Non dimentichiamolo in fretta. Ci sono quelli già pronti a riprendersi le sedie dopo l’emergenza (comodo eh?) per fare man bassa degli euro della pur ‘perfida’ Europa dipinta dalla propaganda leghista e sovranista. Quelli che ridipingeranno il Paese come una congrega di razzisti in difesa del proprio particolare e dei propri privilegi. Quelli per i quali contano solo la crescita, l’arricchimento e la meritocrazia. Non dimenticate in fretta. Non dimenticate sin da ora che l’emergenza è ancora in corso, altro che liberi tutti.

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