Bentornata Silvia!
Non appena Conte ha dato la notizia della liberazione di Silvia Romano, subito, tra i commenti, sono apparsi gli spettri dell’Italia salviniana, quelli che fino a due mesi prima imperversavano con il loro carico di odio e di risentimento.
Evidentemente erano soltanto ‘in sonno’, magari ammutoliti dalla paura del virus. Alla prima occasione, con la fase due che molti hanno interpretato come ‘liberi tutti’ (anche gli insulti), sono riemersi, incattiviti probabilmente da due mesi di silenzio forzato.
Questi insultatori di destra, più ignoranti che razzisti, più egoisti e risentiti che altro, sono come la polvere sotto il tappeto, come l’aria cattiva quando non si aprono le finestre, come quelli che non pagano colposamente le tasse e poi vorrebbero essere serviti e riveriti dal servizio pubblico, come quelli che picchiano in branco, o insultano nei commenti a un post profittando di un semianonimato, come quelli che sono incapaci di curarsi degli altri, ma vorrebbero la cura degli altri per se stessi.
Quest’Italia che c’è, che non è nemmeno piccola anzi, è la parte di Paese che davvero mi sconforta e che mi induce a credere che non ce la faremo mai.
Poi, però, vedo l’infermiere al lavoro, il medico stanco per i due turni in fila, vedo gli insegnanti che si riconvertono al digitale e lavorano da casa il doppio delle ore, vedo le cassiere pagate una fame che stanno lì a fare in modo che non manchi il cibo nelle case, vedo le signore delle pulizie negli uffici che garantiscono la sanificazione, vedo tanti lavoratori umili, malpagati, sfruttati che non si sono mai tirati indietro, e vedo ancora tante donne e uomini semplici che sono stati chiusi in casa, capendo che era la cosa più giusta da fare: vedo tutte queste persone e penso che l’Italia salviniana e del risentimento quasi scompare dinanzi a questa laboriosità, a questa cura, a questa solidarietà.
Bentornata Silvia, spero che tu abbia trovato una Italia migliore.


