Il ministero della Famiglia ha presentato al Comitato Tecnico Scientifico un Piano per i centri estivi e i servizi per l’infanzia che è stato elaborato sulla base di un documento prodotto del tavolo convocato dall’Anci che riuniva politici, amministratori e pediatri (nessun educatore, nessun maestro, nessuno psicologo).
Ora spetterà al Comitato tecnico scientifico esaminerà il piano proposto dalla ministra Bonetti ed esprimere il proprio parere. Ecco quali sono le attività contenute nel piano per l’infanzia.
– Outdoor education (attività all’aperto): dal 18 maggio e per tutto il periodo estivo possibilità per gli enti interessati di avviare percorsi di outdoor education, cioè attività organizzate all’aperto per i bambini dai 3 anni in su nell’ambito di parchi, giardini o luoghi similari (ad esempio fattorie didattiche o cortili condominiali, e così via)
– Dal 1° di giugno e per tutto il periodo estivo: riattivazione dei servizi educativi per la fascia 0-6 anni e via libera ai centri estivi per bambini e ragazzi, anche utilizzando le potenzialità di accoglienza (soprattutto spazi verdi) delle scuole, degli asili, ludoteche e oratori.
In merito alle attività che si svolgeranno all’aperto, oltre alle misure di prevenzione riguardanti la pulizia e l’igiene si dovrà provvedere alla sanificazione delle attrezzature e dei materiali utilizzati dopo ogni volta che vengono utilizzati. Inoltre il personale (professionale e volontario) dovrà essere formato in merito all’utilizzo delle mascherine: l’intenzione sarà quella di lavorerà con piccoli gruppi di bambini o ragazzi.
Per quanto riguarda l’apertura dei centri estivi si prevede un rapporto numerico tra operatori e bambini di 1 a 3 in età da asilo nido; di 1 a 5 in età di scuola dell’infanzia; di 1 a 7 in età di scuola primaria; di 1 a dieci in età di scuola secondaria.
Per evitare assembramenti, sono previsti ingressi ed uscite scaglionate (almeno 5/10 minuti) e gli accompagnatori (preferibilmente non persone anziane) non dovrebbero cambiare nel corso della frequenza. Inoltre, all’ingresso nell’area gioco, sarà previsto il controllo della temperatura. Obbligatorio lavarsi le mani con acqua e sapone o gel igienizzante all’ingresso e all’uscita dell’area gioco. Per i ragazzi con disabilità saranno mostrate particolari attenzioni.
I protocolli operativi dovranno essere approvati dalle ASL competenti.
Ma può una bella attività, un bel gioco o una parola buona sostituire, specialmente per loro, un abbraccio? No, non può. Il contatto fisico è parte integrante della loro crescita e se non può svolgersi in sicurezza, si ha una relazione snaturata o, peggio, per loro incomprensibile con persone troppo distanti.
E a quell’età si ha bisogno a volte di essere imboccati, puliti, cambiati… tutte cose che non solo non possono essere svolte mantenendo il distanziamento sociale, ma che richiedono di essere fatte in modo caldo, umano e non sbrigativo e asettico.
Mino Dentizzi
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