Terminato il lockdown, inizia la fase della riapertura di tutte le attività e non so se sia possibile continuare ad affermare “andrà tutto bene”.
Il futuro a dire il vero è piuttosto incerto perché ancora non si è in grado di rispondere a tante domande: quale l’origine del virus? La sua possibile persistenza e le verosimili mutazioni? Si affievolirà? Tornerà con l’autunno? Quali ripercussioni a livello sociale? Andremo incontro ad un periodo di forti tensioni e di inarrestabile crisi economica?
Intanto possiamo iniziare ad abbozzare un bilancio: non è andata bene!
La pandemia da SARS-CoV-2 ha praticato una fredda e impudente operazione di chirurgia demografica, decimando selettivamente la classe di popolazione di persone con più di 70 anni, che in Italia si è trovata a contribuire per quasi l’85% al numero complessivo delle morti.
Nel suo discorso di presentazione del Global Financial Stability Report del Fondo Monetario Internazionale del 2012, Christine Lagarde ebbe a dire, “Old people live too long and this is a risk for the global economy. We must do something, urgently” (Le persone vivono troppo a lungo e questo è un fattore di rischio per l’economia. Noi, urgentemente, dobbiamo intervenire). Ci ha pensato il coronavirus.
Non è andata bene perché al momento di scrivere questo articolo (16 Maggio), gli italiani che hanno perso un proprio caro sono quasi 32.000. Questo dato è palesemente sottostimato, dal momento che nella confusione generale del periodo emergenziale non c’è stata la possibilità di verificare le cause di decesso di tutti i morti, particolarmente di quelli a domicilio, nelle residenze per disabili e in quelle per anziani.
Non è andata bene per quelli che, nelle decretate condizioni d’isolamento sociale e quarantena, cercavano notizie dei propri cari ricevendo solamente sfuggenti risposte.
Non è andata bene per coloro che non hanno avuto la possibilità di dare un ultimo saluto al proprio caro né potuto predisporre o prendere parte a una cerimonia funebre.
Non è andata bene ai tanti, troppi medici, infermieri, oss che non ci sono più, che hanno pagato con la vita l’esercizio della professione in condizioni di insufficiente protezione e sicurezza.
E’ andata male e sta andando male perché, nonostante il Coronavirus abbia messo in risalto tutte le contraddizioni del nostro tempo (il depauperamento del nostro pianeta a favore di una ricchezza per pochi, la velocità di movimento che non rispecchia i tempi della biologia, la devastazione dell’habitat degli altri esseri viventi (animali e piante) che non segue le regole dei confini naturali, l’abbaglio di una scienza medica onnipotente, convinto che l’incessante progresso tecnologico sia garanzia di immortalità) TUTTO SEMBRA RICOMINCIARE COME PRIMA.
MINO DENTIZZI


