Fonte: Globalist
Il leader di Azione: “L’Italia è il Paese più ignorante d`Europa, perché noi diciamo ai nostri figli che è importante istruirsi e non abbiamo mai chiesto alla politica di mettere come prima cosa la scuola?”
Ne ha un po’ per tutti: “Ci sono tante persone che mi scrivono: lei dice le cose giuste, ma io sono di destra, oppure: lei dice le cose giuste, ma io sono di sinistra. Ma che ti frega se sei di destra o di sinistra se dico le cose giuste? La politica è diventata una sorta di X Factor, dove i cittadini votano il beniamino della propria squadra che in quel momento è l’eroe. E poi se ne disamora subito, dopo 2 anni che vede che non fa le cose lo odia. Questa è la responsabilità dei cittadini. L’Italia è oggi statisticamente il Paese più ignorante d`Europa, perché noi diciamo ai nostri figli che è importante istruirsi e non abbiamo mai chiesto alla politica di mettere come prima cosa la scuola? Perché i cittadini non si fidano che lo Stato lo sappia fare”.
Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda in una intervista a Radio Cusano Campus.
“Questa è una politica fatta da persone molto incapaci, estremamente poco coerenti, che ci tengono legati con una specie di tifo calcistico tra destra e sinistra, quando in realtà non vale mai i provvedimenti che fanno, sono solo chiacchiere, come il Pd che alla fine si tiene i decreti sicurezza. Questa roba non va più bene – conclude Calenda -. Bisogna valutare i politici con gli stessi valori che applichiamo nella nostra vita privata, che sono valori in larghissima parte di serietà. Dal ’45 in poi viviamo divisi in squadre, questa cosa è nella nostra forma mentale”.
I sondaggi
“Salvini è uno che ha detto: l’Italia è una merda, poi ha detto ‘Prima gli italiani’. Ha detto: i terroni puzzano, poi ha detto di voler sfondare nel sud Italia. Questa è una politica fatta da persone molto incapaci, estremamente poco coerenti”.
Così Carlo Calenda, europarlamentare e fondatore di Azione, è intervenuto nella trasmissione ‘Nautilus’, su Cusano Tv Italia.
“Consenso? Anche Meloni e Salvini sono partiti dal 2-3%, ci vuole tempo a far crescere un partito, io spero di metterci meno di 5 anni”, conclude Calenda.
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Il commento di Paolo Marchesani ai giudizi di Norma Rangeri su Carlo Calenda
La Rangeri definisce Calenda un “diversamente Renzi”.
Ovviamente, non è la stessa cosa, quantomeno Calenda ha una competenza e una concretezza che Renzi non può avere.
Il problema di entrambi, ma, va rimarcato, di molti nel centro sinistra, è un problema di visione sociale.
Il politico, a differenza del manager deve avere una visione di società e un progetto che sociale vorrebbe ottenere.
Mentre per la destra, è scontato che siano dalla parte del capitale e del potere sicuro, per la sinistra, non avere una visione di trasformazione sociale, toglie la ragione di essere.
Non basta il risultato sui singoli argomenti.
Peraltro, con tutto il rispetto per Calenda, quando poi si parla di economia di un paese, occorre capire tutte le difficoltà che ci possono essere, altrimenti si rischia di fare degli errori pesanti. La cessione imperfetta di ILVA, ad opera sua, ne è un esempio.
Se un politico di centrosinistra ha le stesse (o poco distinguibili) visioni del centrodestra (quindi anche viceversa), alla fine si trova a fare misure che aumentano le disparità sociali (job act, abolizione art. 18 ecc), in ultima analisi, il paese, non lo cambierà mai e le fasce sociali più deboli che invece aumenteranno ancora e resteranno sempre allo sbando, abbandonate e nel disagio sempre più grave.
Questo è un problema non più prograstinabile, altrimenti, queste masse sociali, restano catturabili dalle destre sociali più eversive o nel qualunquismo culturale, altrettanto democraticamente pericoloso.
È questo il problema irrisolto al quale, nemmeno Calenda contribuisce a dare risposta.
