Nervi saldi
Il numero che fa paura è 552. Non accadeva da maggio che il bollettino delle 18 desse un verdetto così preoccupante: per il terzo giorno consecutivo in Italia il numero dei positivi al Covid 19 è in aumento e dopo tanto tempo supera la soglia psicologica dei 500. È ancora presto per dire se si tratti di una vera ripresa della curva verso la seconda ondata, ma certo la situazione va trattata con prudenza e attenzione.
L’arrivo di agosto, le ferie che fanno spostare le persone, le maggiori occasioni di contatto e promiscuità sono fattori che potrebbero aver inciso sull’aumento dei contagi: non è un caso che una delle aree con la crescita maggiore sia l’Alto Adige. Poi però c’è l’altra questione, quella che rischia di creare falsi bersagli e speculazioni politiche: i focolai scoppiati nei centri che accolgono i migranti. Il problema esiste, qualche governatore si è già mosso presentando denunce o cercando di bloccare l’arrivo di migranti. Tant’è vero che il Viminale, scrive Alessandra Ziniti, sta pensando a misure correttive, come la possibilità di fare i tamponi a tutti quelli che sbarcano: sarebbe una misura sanitaria più efficace rispetto ai test sierologici che finora si sono rivelati non abbastanza affidabili. Ma in arrivo ci sono anche una seconda nave quarantena e una tendopoli in Sicilia per il periodo di prima accoglienza.
A rendere il clima ancora più instabile è anche il ricordo di quanto accaduto a marzo, all’inizio della pandemia: fa discutere il verbale del comitato tecnico scientifico che suggeriva di istituire la zona rossa nel Bergamasco, indicazione che il governo decise di non assecondare, aspettando qualche giorno prima di decretare il lockdown nazionale. Oggi come allora il premier non chiarisce del tutto quanto accaduto in quei giorni, mentre Salvini – che all’epoca non era certo fra i sostenitori della chiusura – oggi dice che il governo “andrebbe arrestato”. Annalisa Cuzzocrea racconta del nervosismo con il quale il premier ha sempre affrontato l’argomento. Ma se c’è una cosa che l’emergenza Covid ha insegnato è che i nervi vanno tenuti molto saldi.
(Andrea Iannuzzi)


