Il drammatico racconto di Maurizio Acerbo: “Non è un’influenza. Mai stato così male” – il diario del suo calvario

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Maurizio Acerbo

dal diario facebook di Maurizio Acerbo segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ricoverato dal 18 settembre all’ospedale di Pescara – reparto Covid:

18 settembre

Dall’ospedale di Pescara dove sono ricoverato ringrazio tutt* per i messaggi di affetto e amicizia.

#covid19

19 settembre

Se abolissero con un decreto il servizio sanitario nazionale diremmo Si perché sarebbe un “cambiamento” e tanto non cambia nulla visto che la sanità è già in parte privatizzata ecc. ecc.?

Io voterei NO perché nonostante trenta anni di pessime “riforme” e tagli il servizio sanitario nazionale è una conquista di civiltà imprescindibile. E mi oppongo ai “tagli lineari” perché mi è chiaro cosa hanno comportato per il nostro paese. Con i tagli lineari il letto di ospedale covid dove ora mi trovo non c’era e ci sono volute decine di migliaia di morti per costringere a smetterla e a correre in fretta ai ripari.

22 settembre

Oggi sono molto stanco. Non riesco a leggere (e scrivere) molto. Condivido però questo ricordo di Rossana Rossanda scritto da Aldo Tortorella oggi sul manifesto.

Insieme alla scuola di Banfi. Una fermissima coscienza inquieta.

23 settembre

Buongiorno dal letto n. 4, reparto covid, ospedale Pescara.
Anche oggi i miei unici contatti umani sono loro, gli operatori sanitari (oltre agli altri pazienti e ai medici), giovani in gambissima gentili, premurose/i, sempre in movimento, sorridenti.
Ventenni che lavorano con passione e sensibilità.
Li chiamano “angeli”, “eroi” ma, al di là delle retoriche del potere, anche loro sono ultraprecari, somministrati attraverso l’agenzia interinale Manpower.
SANITÀ, DIRITTI E LAVORO… Abbiamo ancora molte battaglie da FARE.

24 settembre

Letto n.4, reparto covid, ospedale di Pescara. In questa ennesima notte illuminata dalle luci di sicurezza mi tornano in mente i volti di quei deficienti che continuano a sottovalutare questo maledetto virus. Lo hanno fatto per mesi con enorme spazio mediatico.

L'immagine può contenere: 2 persone, occhiali e primo piano

26 settembre

Oggi ottavo giorno di ricovero al reparto covid dell’ospedale di Pescara. Il mio vicino Claudio, ritornato a casa, mi ha mandato una foto ricordo dell’emogasanalisi arteriosa che ha deliziato ogni giornata.

Grazie per i messaggi di solidarietà e amicizia.

Le cose vanno molto meglio.

27 settembre

Stamattina nel reparto covid sono risuonate le bellissime note di Knockin On Heaven’s Door.
Ho preso provvedimenti scaramantici.

Scherzi a parte le cose vanno bene.

27 settembre

Nel reparto covid stasera abbiamo fatto festa. Grazie alla sorella del mio vicino Dante sono giunti dei rinforzi spirituali che pare abbiano funzionato più di flebo e iniezioni. Il vassoio è naturalmente svanito nel nulla in pochi secondi. I sapori li sentiamo poco ma un po’ di zuccheri giovano all’umore. E poi cosa c’è di meglio di un pasticcino per socializzare?

28 settembre

La campagna contro Tridico è indecente. Distrae dalla questione seria: il governo non rinnova #quota100. Ma su questo la stampa padronale non lo attacca. Comunque i pentastellati non possono lamentarsi. Hanno costruito le loro fortune su campagne come queste.

Aggiornamento dall’ospedale covid: è tornata la febbre.

29 settembre

Stamattina tre dimissioni dal reparto covid di Pescara. Un’autombulanza li riporta a casa uno alla volta. Dovranno rimanere in quarantena finché si negativizzano.
Una particolare menzione al mio dirimpettaio che per una settimana si è sorbito i miei comizi.

#covid #repartocovid
#maledettocovid

29 settembre

Poco fa mi hanno portato a fare un’altra tac. Quella che vedete nella foto è la barella contenitiva indispensabile per trasportare dentro l’ospedale i pazienti del reparto covid.

Il dott.Parruti mi ha detto che mi tocca pazientare perché il virus potrebbe tornare all’attacco dei polmoni.
Faccio terapia sperimentale con Tocilizumab. Due punture sulle cosce. L’effetto dovrebbe durare quattordici giorni.

Dal letto 4 del reparto #covid di Pescara per ora è tutto.

#repartocovid
#maledettocovid

29 settembre

Ho sempre usato i social per comunicare iniziative e battaglie politiche, vertenze e mobilitazioni sociali, socializzare pensiero critico, memoria storica, poesia e buona musica. Insomma per dirla con Allen Ginsberg “allargare l’area della coscienza”. Oggi questo è il mio unico canale per rompere l’isolamento di un ricovero che si protrae più del tempo previsto. Per questo lo uso ormai piu’ come diario, cercando di raccontare un’esperienza che purtroppo stanno facendo da mesi tante persone. Dal mio punto di osservazione cerco di contrastare i negazionismi e le minimizzazioni dei ciarlatani che hanno avuto per mesi spazio sulle televisioni o se lo sono preso sui social.
Noto che anche i media mainstream hanno mostrato attenzione verso i miei post, quella che di solito purtroppo non c’è per tante nostre sacrosante battaglie.

È purtroppo comune a tanti altri anche il decorso della malattia. Dopo alcuni giorni di miglioramento in cui sembrava tutto finito il virus torna a mostrare i denti.
La tac dice che i polmoni sono di nuovo sotto attacco e le analisi del sangue confermano che l’indice di infiammazione è risalito.

Tocca pazientare e confidare negli effetti del Tocilizumav che mi hanno iniettato ieri.

Grazie a tutte/i per la solidarietà e l’affetto.

Covid, Maurizio Acerbo sulla barella di biocontenimento: «Mai stato così male»

Intervista al Corriere della Sera

Covid, Maurizio Acerbo sulla barella di biocontenimento: «Mai stato così male»

Lo scorso 18 settembre è entrato in ospedale a Pescara con diagnosi di Covid. Febbre alta, spossatezza e polmonite. Nel breve volgere di poche ore, quindi, si è trovato attaccato al respiratore. In condizioni molto gravi. Maurizio Acerbo, 54 anni, segretario nazionale di Rifondazione Comunista è l’ultimo politico finito sotto al treno del virus. Dal 23 settembre respira autonomamente, ma le sue condizioni non sono ancora buone. Anzi. Poche ore fa, sul suo profilo Facebook, dove aggiorna i compagni di partito del suo stato di salute, ha pubblicato una foto in cui lo si vede adagiato su una barella di biocontenimento mentre i medici lo portano a fare una tac. «Per trasportarmi fuori dal reparto #covid hanno usato questa barella contenitiva — ha spiegato il segretario, che è ancora ovviamente contagioso —. Speriamo bene. Il dott. Parruti mi ha detto che mi tocca pazientare perché il virus potrebbe tornare all’attacco dei polmoni. Faccio terapia sperimentale con Tocilizumab. Due punture sulle cosce. L’effetto dovrebbe durare quattordici giorni». Un calvario.
«Stavo bene»

Acerbo non aveva patologie pregresse. Lo ha confessato lui stesso ieri, in una dichiarazione raccolta dall’Ansa: «Eppure sono undici giorni che sono in ospedale — ha detto —. Non è qualcosa con cui si scherza. Ci sono rischi, come le trombosi, che sono gravissimi. Mi ammalo ogni anno di influenza, ma non ho mai fatto una tac, una angiotac o otto emogasanalisi che sono dolorose. Come si fa a dire che è solo un’influenza un po’ più forte? È da irresponsabili». Acerbo, leader del partito che fu di Fausto Bertinotti, a proposito della malattia che lo ha colpito, si sia espresso con parole non troppo lontane da quelle usate da Silvio Berlusconi pochi giorni fa: «Non sono mai stato così male in vita mia», ha dichiarato il leader di Rifondazione. Ma si sa, su questo il virus è apparso assolutamente democratico.

Il diario

Già deputato della XV legislatura e quindi candidato sindaco di Pescara, Acerbo sui social sta tenendo una sorta di diario della sua degenza. Tra ansie, dolori, preoccupazioni. «Buongiorno dal letto n. 4, reparto Covid, ospedale Pescara — ha scritto qualche giorno fa —. Anche oggi i miei unici contatti umani sono loro, gli operatori sanitari (oltre agli altri pazienti e ai medici), giovani in gambissima gentili, premurose/i, sempre in movimento, sorridenti. Ventenni che lavorano con passione e sensibilità. Li chiamano “angeli”, “eroi” ma, al di là delle retoriche del potere — ha aggiunto, non trattenendo una riflessione politica — anche loro sono ultraprecari, somministrati attraverso l’agenzia interinale Manpower». Deformazione professionale, quella politica, sulla quale per altro, Acerbo ha dimostrato di scherzarci su: «Stamattina tre dimissioni dal reparto Covid di Pescara — ha scritto qualche ora dopo —. Un’autoambulanza li riporta a casa uno alla volta. Dovranno rimanere in quarantena finché si negativizzano. Una particolare menzione al mio dirimpettaio che per una settimana si è sorbito i miei comizi».

«Responsabilità»

In ogni caso la strada sembra ancora lunga. Qualche giorno fa Acerbo scriveva che le cose andavano meglio. Poi di nuovo il crollo, la febbre alta. «Ci vuole senso di responsabilità — dice —. È meglio un errore di precauzione che un morto in più. Bisogna affidarsi alle indicazioni della scienza. Non siamo mai completamente al riparo, ma dobbiamo fare il possibile per cercare di evitare i contagi».

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