Autore originale del testo: Alfredo Morganti
L’individuo, lo Stato, il virus (e la sinistra)
La contraddizione è palese. I teorici della dittatura sanitaria rivendicano il diritto a comportamenti personali che non siano dettati dallo Stato, né conformi alle sue disposizioni. Lo fanno, immagino, in nome della libertà individuale, massimamente responsabile di sé e autonoma, che nessun apparato pubblico potrebbe “eticamente” costringere a questo o quel pensiero e/o comportamento “giusto”.
Gli stessi, però, se consigli l’uso della mascherina proprio come atto di responsabilità individuale dei cittadini verso la collettività (che poi è IL CONTRARIO della dittatura, che invece toglie responsabilità, non la riconosce) e come gesto di massima considerazione dell’individuo e della sua libertà di partecipare attivamente al destino di una collettività, allora invocano l’inderogabile necessità che debba essere lo Stato, nella sua astrattezza, ad adottare tutti i provvedimenti e comportamenti utili a debellare il virus (che nemmeno per tutti esiste, peraltro) senza caricare di oneri (anzi, “scaricare” oneri) sui cittadini.
Insomma. L’individuo deve essere lasciato libero di “consumare” la propria libertà (senza che nemmeno una semplice mascherina lo “imbavagli”) e lo Stato non deve intromettersi “eticamente” nelle sue scelte personali e nella sua vita. E deve essere sempre lo Stato, d’altra parte, a risolvere tutti i problemi, compresi quelli della salute di ogni singolo individuo. Che deve essere libero e non avere né responsabilità pubbliche né limitazioni “illiberali”. L’apparato pubblico, al contrario, deve assumersi tutti gli oneri e tutte le responsabilità e, nello stesso tempo, fare un passo indietro dinanzi al potere assoluto e “irresponsabile” del singolo.
È la solita storia liberista: i costi sono pubblici ma il profitto privato. Gli oneri sociali, ma la “gioia” personale. La collettività deve farsi, dunque, carico di tutto, ma solo per consentire all’individuo di goderne irresponsabilmente, come un fanciullo a cui dà fastidio anche un semplice consiglio.
Ecco. Il virus sta prendendo possesso di questo mondo di individui atomizzati, che si contagiano senza barriere, né mediazioni, né relazioni, né responsabilità verso l’altro, ma solo falsamente verso se stessi. Per cambiarlo dobbiamo ripartire da qui e ricostruire una rete di socialità, di solidarietà e di responsabilità personale senza la quale tutto è destinato a finire. Poi dice che la sinistra non avrebbe più senso! Ne ha talmente tanto da apparire persino invisibile agli occhi.


