Caccichi locali e governo, un brutto dualismo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Caccichi locali e governo, un brutto dualismo
Pensate il paradosso, che la dice lunga sullo stato della democrazia italiana. Se il governo assume delle decisioni, le regioni tendono immediatamente a reagire, marcando la loro autonomia. Caso emblematico quello delle discoteche, aperte tutte per deliberazione regionale. Se invece l’esecutivo decide, all’opposto, di affidarsi ai Comuni nel caso delle chiusure serali (“coprifuoco” è una pessima parola, inviterei i giornali a non farne uso) gli stessi Comuni si inalberano. Ma come! È Palazzo Chigi che deve decidere! Noi al più ci opponiamo! Comportamenti contraddittori? Ma no, la logica è la stessa, ed è quella delle mani libere.
A fronte delle decisioni (talvolta impopolari) del governo, gli enti locali e le regioni si riservano sempre il piacere del tutto loro di contestarle, facendo da sindacato territoriale. L’esecutivo non apre le discoteche? Ma come, dicono i Ras regionali, così si uccide l’economia, si ammazza il turismo! Comportamento opposto, invece, nel caso Conte avesse deciso di bloccare la movida senza se e senza ma. Ha sbagliato, deve valutare caso per caso, direbbe l’Anci! Tocca a noi, ai Comuni, verificare sul territorio la presenza di circostanze che inducano alla chiusura (nell’evidente intento di non chiudere mai nulla, salvando gli shortini notturni e le pinte di birra a fiumi, consumate in mucchio sul marciapiede).
Perché sostengo che questo la dice lunga sullo stato della democrazia italiana? Perché il complesso e articolato gioco istituzionale, che abbiamo chiamato “decentramento”, si è progressivamente tramutato in un conflitto aperto tra il livello istituzionale dello Stato e quelli territoriali. La ragione è semplice: l’elezione diretta, il mandato popolare, la creazione di Cacicchi locali, la limitazione della rappresentanza nazionale, un decentramento divenuto disarticolazione hanno deviato in peggio il corso della democrazia italiana.
Ecco ciò che nasconde il quasi consueto parapiglia regionale e comunale contro le decisioni del governo, al quale tutto si può dire meno che non ascolti nessuno. Purtroppo non si comprende che solo rafforzando la rappresentanza ed eliminando il narcisistico gioco del notabilato istituzionale, dei capi e dei capetti locali, si potrà godere di un sistema istituzionale capace di decisione e di ascolto. Oggi avviene invece il contrario, e la recente botta referendaria (annessa alla vittoria trasversale dei Ras locali) non depone certo a favore.
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