Ricovery, consulenti 3×2 e temperamatite. Una prece

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Ricovery, consulenti 3×2 e temperamatite. Una prece.
Non so se ricordate quanto fosse dirimente il tema del Recovery Plan fino a poche settimane fa. Anche il Covid era passato in terzo piano. Era tutto uno sbraitare sui ritardi del governo Conte e sulle sue gravissime “incompetenze”. Perché doveva essere la politica a occuparsi della gestione operativa del piano. La politica! Conte dovette ritirare la proposta di task force (che pure era solo gestionale ed era comunque un mix tecnico-politico) e planare all’interno di una discussione semi-filosofica su tecnica e politica. Ci mancava Heidegger e saremmo finiti in gloria. Ricorderete anche i Soloni della Confindustria che si stracciavano le vesti perché il tempo era scaduto, e avremmo perso soldi e onore.
Bene, anzi male. Se andate a leggere oggi la home di Repubblica non troverete nemmeno la locuzione “Recovery Plan”. Ora si è riscoperto il virus, ed è tutto un “chiudete chiudete”, per prima la scuola. I 209 miliardi sono finiti in qualche stanzino delle fotocopiatrici, dove anonimi tecnici scartabellano compulsivamente le tabelle e fissano le proporzioni distributive del malloppo. La politica attorno al Recovery è SPARITA. Non c’è più. Magari ci fosse una task force alla luce del sole, macché.
Fino a ieri sembrava che dovesse occuparsene direttamente Draghi (della serie “ragazzo lasciami lavorare”), poi però sono venuti a temperargli le matite e a preparargli il caffé quelli della McKinsey in cambio di una mancetta. Robetta. Questo almeno ci assicurano quelli del mestiere. 25.000 euro e passa la paura. Giusto il disturbo, giusto un obolo per qualche giovanotto che fa stage. Il disturbo! 209 miliardi di euro verranno spartiti e distribuiti con le matite temperate dai consulenti, perché a farlo (a temperarle) non era capace il povero funzionario (anzi: burocrate!) dell’ufficio accanto. Ma scherziamo! E pensare che ci è caduto un governo su quei soldi. Un governo che era politico, ed esprimeva la maggioranza degli italiani, mica quattro salotti tirati a nuovo di Milano centro.
E invece bastavano due matite temperate e una consulenza 3×2 per far quadrare tutto. Bastava che a Draghi si affiancassero due tipi svegli di passaggio, gente che frulla carte di credito e file excel come fossero bruscolini, perché tornassero i conti. Tanto facile che Repubblica nemmeno ne parla più, come se il Recovery fosse una tale cazzata che solo Conte poteva incartarsi in quel modo! E che diamine!
A saperlo che a spartire i soldi europei fosse così facile. Non ci avremmo fatto una crisi di governo (e, a pensarci bene, nemmeno una democrazia). 25.000 euro! C’è gente che ci si accende le sigarette con 25.000 euro. Una bazzecola da questuanti. Meno male che ci sono quelli bravi a temperare le matite e a frullare le tabelle excel, sennò noi pippe come avremmo fatto? Noi burocrati, noi peracottari che ancora crediamo alla politica, ai partiti e alla partecipazione. Meno male, davvero. Mi sento già più sollevato.
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