Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Si fa presto a dire “liberaldemocratici”.
Carlo Cottarelli ha comunicato di aver costituito un comitato scientifico di supporto ideologico ai partiti dell’area liberaldemocratica (Calenda, Bonino, e altri), e ha fatto presente che tra i punti di approfondimento c’è anche la giustizia sociale. Bene, ho pensato, vediamo di che si tratta. Andando più avanti nell’intervista ecco cosa viene detto in proposito: “Noi parliamo di ‘uguaglianza di possibilità’, tutti devono avere le stesse, un progetto profondamente democratico che dovrebbe essere condiviso da tutti”. Difficilmente nel compendio del pensiero economico e sociale si trovano affermazioni più vuote di questa. Cosa vuol dire “uguaglianza delle possibilità”? Se non viene declinata nel concreto non vuol dire proprio nulla. Per esempio per un figlio di un carcerato di Scampia e un figlio di Elkan come si fa ad assicurare l’uguaglianza delle possibilità?
Si dirà: per entrambi sarà assicurata la scuola dell’obbligo gratuita. Bene! Diamo pure per scontato che entrambi i bambini vadano alla stressa scuola, e che la questione sia solo quella della scuola, ma poi? E poi, rispondono solitamente, se il bambino povero sarà capace e meritevole lo Stato si deve accollare l’istruzione fino alla laurea. Scusate, e il figlio di Elkan perché invece farà lo stesso carriera anche se non sarà capace e meritevole?
Per carità, non voglio dire che altre ideologie hanno una soluzione ideale per queste questioni, nel rispetto del principio di libertà, però non prendete in giro la gente con quelle frasi che non significano nulla. Andiamo avanti. Visto che la questione è stata posta nel campo ideologico, ci permettiamo di fare altre domande. Nella famosa polemica Einaudi – Croce sul Liberalismo, da che parte si collocano gli amici di Cottarelli? Lo vogliono dire? Einaudi diceva che liberalismo e liberismo economico sono inscindibili, Croce invece sosteneva che il liberismo economico è a un gradino inferiore rispetto al liberalismo politico e che questo può anche rinnegare il primo, quando impedisce il perseguimento dell’ideale di libertà (autentica), fino a prevedere addirittura la possibilità di “socializzazione o statificazione di questi o quei mezzi di produzione”.
E rispetto al liberalismo di Piero Gobetti come si collocano? Il fondatore e direttore di Rivoluzione Liberale aveva una concezione dialettica dell’evoluzione sociale, nella quale deve trovar posto, senza che i benpensanti si spaventino, anche il conflitto sociale (anzi Gobetti usa proprio l’espressione “lotta di classe”), ovviamente condotta secondo i principi di uno Stato democratico. E del liberalsocialismo di Gaetano Salvemini, di Carlo Rosselli e, per arrivare ai giorni nostri, di Paolo Sylos Labini (che dà il nome a questi modesti scritti), e della possibilità di coniugare il liberalismo con dosi di socialismo economico cosa ne pensano?
Cari liberaldemocratici miei immaginari, finché non darete risposta a queste domande sarà difficile darvi credito, e il vostro programma politico e ideologico sarà una delle tante coniugazioni delle idee del liberismo economico di destra.


