Recovery Plan. Soldi e potere.

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Recovery Plan. Soldi e potere.
Mi limito a formulare questa semplice domanda, a cui spero qualche istituto di ricerca possa prima o poi rispondere con autorevolezza:
‘Nel complesso dei 230 miliardi circa di euro destinati al Recovery, quanti andranno DIRETTAMENTE alle imprese (in varie forme: bonus, detrazioni, trasferimenti, sgravi, elargizioni di varia natura, ecc.) e quanti invece (in special modo come investimenti) alla scuola, alla sanità pubblica, ai servizi di trasporto, ai servizi sociali in genere, alle opere pubbliche, alla manutenzione urbana (e dunque ancora – almeno in parte – alle imprese, ma indirettamente, passando cioè per programmi di riforma, di riqualificazione, di rilancio o di potenziamento dei servizi pubblici, formativi, sanitari, di trasporto, di socializzazione e di partecipazione)?’.
Quanto insomma affluirà direttamente nel privato, alle imprese, e quanto invece si soffermerà a potenziare il settore pubblico? Mi piacerebbe anche sapere se (e come) questa proporzione sia effettivamente cambiata nel passaggio dalla bozza Conte a quella Draghi del Recovery. Me lo chiedo perché gli afflussi di risorse e quelli finanziari non sono soltanto rivoli astratti di denaro, non sono solo “occupazione” purchessia, ma ridistribuiscono potere politico e socio-economico a tutti gli effetti. Sarei quindi lieto di capire (in special modo per i miei figli) cosa ci riserverà il futuro anche in questo ambito (quello del potere appunto), esaminato sul crinale posto tra pubblico e privato, tra servizi pubblici e imprese) che io ritengo centrale per la qualità futura della nostra vita di cittadini e di lavoratori. Grazie.
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