Autore originale del testo: Andrea Pertici
Quando con Epifani cercavamo soluzioni #nelmerito
Ho conosciuto personalmente Guglielmo #Epifani soltanto nell’autunno del 2017, quando si cercava di riorganizzare un centrosinistra in grado di presentare una proposta politico-elettorale coerente con i suoi valori, al di fuori del perimetro dominato dal populismo neoconservatore di Renzi.
Era un compito arduo, che in effetti non finì poi granché bene, ma, soprattutto fino allo scioglimento delle Camere, che avvenne il 29 dicembre di quell’anno, il nostro tavolo funzionò. In effetti, noi dovevamo occuparci del programma e non delle candidature e quindi ci trovavamo un po’ meno al centro della battaglia.
Con Epifani mi trovai bene sin dalla prima volta che andai da lui nello studio di Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera. Credo che ci fossimo capiti subito circa il fatto che quello che dovevamo recuperare era, appunto, lo spazio del centrosinistra e non quello di un soggetto massimalista. Soprattutto apprezzai subito la capacità di tenere insieme gli aspetti ideali con le proposte concrete.
Sarà per questo che scrivere il programma insieme ci veniva bene. Anzi, se è vero che io lo ascoltavo molto, perché credo che avere la possibilità di confrontarsi con persone che hanno accumulato esperienze così importanti (segretario della CGIL, soprattutto, ma poi anche segretario del Pd e Presidente di Commissione parlamentare) sia un’opportunità da non sprecare, lui mi mostrava molta fiducia e mi lasciava ampio spazio nell’articolazione scritta delle proposte.
Anche il nostro “tavolo” quello del programma, che vide succedersi altre presenze, anche importanti, non fu sempre facile da gestire, soprattutto quando crebbe la tensione sul fronte candidature tra le diverse componenti di quello che ormai era diventato LeU (noi eravamo partiti prima di avere una sigla). Ma da quell’esperienza ho comunque imparato non poco. E ciò si deve anche – e forse soprattutto – a Guglielmo Epifani.
Dopo lo ho rivisto giusto un paio di volte, mi pare, in occasioni meno pregnanti, ma scambiare qualche parola con lui mi è sempre parso arricchente e mi ha sempre fatto pensare che anche i modi nella vita contano.
Il rammarico, come sempre in questi casi, è che le occasioni magari non siano state di più. Ma in fondo, sarebbero potute essere anche meno. Ed è ciò che forse un po’ consola e che mi spinge a lasciare questo mio piccolo ricordo.


