Renzi is the new old

per mafalda conti
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Renzi is the new old
“Nessuno staccherà la spina a Draghi” (is the new “stai sereno”).
“A Roma voterei Calenda” (tanto c’è sempre un notaio su piazza)
“Non vedo la Meloni a Palazzo Chigi” (perché quella è roba mia).
Renzi potrebbe stare tutto racchiuso in un libriccino di detti e non detti, perché pensa testardemente la stessa cosa, e da lì non schioda. C’è sempre qualcuno da cacciare da Palazzo, perché quella è casa sua. Male che va, ci si può rivolgere a un notaio. Tutto qui il Renzi-pensiero (anche se ‘pensiero’ qui è una parola forte). L’uomo è una macchinetta di potere, potrebbe recitare in una serie politica trash, di quelle che mettono a nudo e senza veli il senso del potere per il potere. Sarebbe perfettamente a suo agio e metterebbe in campo persino i servizi segreti. Ah, già fatto? Ecco.
Recentemente ha detto che i 5stelle sono imbarazzanti, perché avrebbero cambiato idea su tutto. Non conoscono il suo trucco, evidentemente. Che è quello di non cambiare mai idea-guida (il potere per il potere, come dicevamo) ma di generare un turbillon di chiacchiere che la camuffano per bene. Tutto questo dal basso di un 2% che lo rende un nano politico che, al più, si gonfia come la rana della favola, sino a scoppiare. Ma lui è un pallone gionfiato e quindi non scoppia mai. Saltella da un’intervista di Repubblica all’altra come una bolla politica. Sciorina uno shhhish e l’uomo campa. Nel trono di spade c’è lo sterminatore di Re. Noi abbiamo quello dei Premier. Una figura epica che tutte le narrazioni politiche ci invidiano. Regaliamolo.
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