Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il destino del PD
Ma insomma, che cosa dovrebbe fare il PD secondo i potentati economici (quelli che puntano a incassare i dividendi del Recovery) e i media usa e getta che essi controllano? Io credo questo: lottare e sperticarsi sui diritti civili ma rappresentare quelli sociali nelle forme e nei modi dettati dal mondo delle imprese.
Il riflesso strategico di questa prospettiva è l’accordo coi centristi (Calenda, Renzi, Bonito, compagnia cantante), l’apertura ai moderati, la lotta senza quartiere ai 5stelle. Giovanna Vitale su Repubblica oggi scrive che l’alleanza col Movimento sarebbe stata un errore marchiano del PD. Ceccarelli diffida Conte a tentare l’avventura personale, perché sarebbe per lui una cocente delusione. Insomma non ci sarebbe altra strada che quella liberal all’amatriciana. Sacrosanti diritti civili ma guai a intralciare le imprese e i loro, di diritti.
Mi chiedo: ma quanto ci metteranno al PD a capire che rischiano un futuro da eterodiretti, rischiano di cadere nelle mani della politica deviata, rischiano di diventare il megafono delle grandi imprese, quelle che puntano a fare del Recovery un sol boccone? E che si tratta ben più che di un rischio?
Quando capiranno che la sinistra va rifondata, che tutti devono rimettersi in gioco, che Conte è un’opportunità, che si deve puntare a creare un grande raggruppamento progressista, che bisogna usare la spada per iniettare nella società dosi massicce di giustizia ed equità. E che non bastano (per quanto siano dovute, necessarie) le prese di posizione sui diritti civili e le libertà individuali per trasformare la cose e restituire dignità anche agli ultimi della piramide, agli sfruttati, a chi muore sul lavoro, a chi soccombe sotto il peso dell’economia, ai più fragili anche socialmente?


