Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Fonte: i gessetti di Sylos
Caro Grillo, in politica la presbiopia è grave quanto la miopia
Al termine dell’incontro di “riconciliazione” tra Conte e Grillo, quest’ultimo ha postato sulla sua pagina facebook: “E ora pensiamo al 2050!”.
E’ arcinoto l’aforisma di De Gasperi “un politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alla prossima generazione”. Si tratta di un invito a chi svolge attività politica a non essere miope, di non pensare solo al tornaconto (elettorale) immediato. Attenzione però a non considerare quella riflessione come un invito a non curarsi dell’immediato, dell’azione politica quotidiana, tutt’altro. Al contrario, essa era proprio un invito a operare bene e giustamente nel giorno per giorno, avendo in mente un programma di lungo termine, di avere presente nell’attività politica quotidiana il destino dei giovani, di avere insomma lo “sguardo lungo”, tutto questo, ripeto, nell’azione quotidiana.
Dire invece, come ha fatto Grillo “e ora pensiamo al 2050!” (con tanto di punto esclamativo) ha tutto il sapore di una fuga in avanti, un caso di presbiopia politica che non riesce a (o non vuole) guardare all’oggi, alla politica corrente, alle questioni attuali, che sono il fondamento di quello che accadrà nei prossimi anni e decenni. Mi pare evidente che questa uscita del comico-politico denoti una situazione di imbarazzo sul presente, una fuga dai problemi che attanagliano chi governa, o dovrebbe governare: licenziamenti in massa, recrudescenza della pandemia, aumento vertiginoso del debito pubblico, interi comparti del terziario in crisi cronica, restaurazione di berlusconiana memoria nel campo della giustizia, per citare solo alcuni dei principali problemi sul tappeto.
Forse è proprio quest’ultima questione, quella della giustizia, ad aver fatto andare nel pallone Grillo: l’aver dovuto ingoiare (salvo ripensamenti in Parlamento) una riforma che contraddice tutto quanto predicato e fatto (con il governo Conte) finora, deve aver avuto un effetto sconvolgente sull’equilibrio psichico del “garante”, fino al punto di indurlo a rimuovere mentalmente in blocco tutti i problemi legati all’attualità. Si è trattato, molto probabilmente, di una sorta di difesa psicologica, come ci insegna la psicanalisi (difendersi da una frustrazione attraverso la negazione della realtà presente). Da qui il suggerimento di pensare al 2050, allo stesso modo con il quale una persona in affanno è portata spesso a pensare “vorrei svegliarmi quando i miei problemi saranno finiti”.
Circa il merito politico dell’incontro, resto dell’idea che il vero capo del M5S è e sarà Luigi Di Maio e l’unico che potrà in futuro insidiarlo è Fico.


