Autore originale del testo: Alfredo Morganti
L’allineamento centrista
A cosa serve una guerra? Anche a uso interno, a forzare un allineamento del sistema politico, e a dare randellate indosso a chi si tiene fuori margine, mentre l’algoritmo mediatico innesca risentimento verso chi non si allinea. La vicenda Di Maio-Conte la dice lunga: i media usano la parola “allineamento” come un mantra: vogliono dire che se c’è una guerra e se l’Occidente si compatta unito attorno “all’aggredito”, allora non c’è scelta. Non ci può essere scelta. E chi non lo fa (che poi vorrebbe dire: chi rifiuta di tramutare il sistema politico in una gabbia delle opinioni) è fuori, non ha più credito, è un disfattista, è un nemico delle democrazie occidentali e dell’Occidente. Conte, in sostanza, sarebbe questo. A differenza del centrismo d’accatto, che rialza draghianamente la testa e che impugna presuntamente la bandiera della modernità e dei valori occidentali. Mi viene da ridere a pensarci: ma ce lo vedete Calenda, ce lo vedete Renzi, ce li vedete questi nani politici (presenti anche nel PD, purtroppo) che si ergono ad atlantisti, a difensori della civiltà, mentre contrattano un posto di sottogoverno e fanno pastette con chiunque ne valga la pena farlo? Non vi sembra che stonino di per sé? Che questa ennesima farsa degli ‘armiamoci e partite’, non ce la meritiamo? O forse sì?


