Governo Draghi? Basta con i matrimoni impossibili, ridateci politica e Parlamento

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Basta con i matrimoni impossibili, ridateci politica e Parlamento.
Ha ragione Bersani a dire che in Italia c’è, soprattutto, un problema di sistema, di democrazia. Tant’è vero che si consumano “matrimoni politici impossibili” tra gente che la pensa diversamente, priva di veri obiettivi comuni e, in quanto tali, destinati a fallire sempre all’ultima curva, come lo stesso Bersani ha metaforizzato. Matrimoni, per di più, senza invitati, potremmo dire, al più classe dirigente, ricchi, amici degli amici, gente del bordo piscina. Esecutivi senza popolo, dunque, come ripete ancora Bersani, destinati a diventare forme autarchiche di governo. È il caso preciso del governo Draghi, pianto in diretta tv e in tutti i migliori salotti, e invocato a gran voce dagli ordini professionali, ma che si è dimostrato l’ennesima “accozzaglia” (cit.) senza futuro.
Draghi voleva essere incensato, ci ha creduto anche lui alla presunta mobilitazione nel Paese, e ha aperto la ruota come un pavone e come un narciso qualsiasi. Voleva pieni poteri, altro che. Il Parlamento doveva solo ratificare l’inivocazione che saliva dagli italiani, come una sorta di riflesso dello spirito del mondo. E i partiti reggere la coda. Anche questo è un pezzo della crisi democratica. Questa idea che sia possibile una sorta di investitura dalle piazze e dai salotti, al posto della normale dialettica democratica, quella che la Costituzione esemplifica da decenni.
Ormai dovrebbe essere chiaro che il male non è andare alle elezioni, non è il Parlamento che si pronuncia autonomamente come da Costituzione, ma che si facciano matrimoni combinati, impossibili, pur di tracciare una scorciatoia rispetto alla via maestra delle regole nornali di una democrazia rappresentativa. Una volta può andar bene evitare le elezioni con un accordo politico (Conte 2) ma non può essere un metodo definitivo. Il bene del Paese, che tutti invocano, non è frantumare il Parlamento, né deleggittimarlo, né convincere gli italiani che basti uno Migliore, un Fenomeno, a far tornare i conti – ma salvaguardare e mantenere saldi e funzionanti i meccanismi e le regole della democrazia, che sono la base della vita civile di un Paese. Senza i quali prevalgono i matrimoni impossibili, la ricerca di scorciatoie e le favole dell’uomo solo al comando.
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