Fonte: Limes
Guerra d’Ucraina – carri armati da Usa e Germania. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato l’invio in Ucraina di «31 carri armati Abrams, pari a un battaglione ucraino», specificando che si tratta dei «tank più potenti al mondo». Il capo di Stato americano ha poi ringraziato la Germania e gli altri paesi partner per la scelta di inviare i carri armati Leopard-2. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha infatti annunciato oggi l’invio di 14 Leopard-2a6. Nel suo breve discorso, Biden ha elogiato l’unità dell’Occidente: «La Russia si aspettava la “finlandizzazione” dell’Europa, ma deve fare invece i conti con l’“atlantizzazione” della Finlandia», alludendo al prossimo probabile ingresso di Helsinki nella Nato (manca solo l’assenso di Turchia e Ungheria).
La scelta di Stati Uniti e Germania di inviare carri armati occidentali all’Ucraina è in primo luogo un forte messaggio (geo)politico rivolto alla Russia, sebbene la quantità annunciata di tank non sia in grado di mutare le sorti del conflitto. Con l’intensità attuale, sarebbero necessarie centinaia di carri armati l’anno per sopraffare l’invasore e sperare nella completa riconquista dei territori occupati. Certamente non sono sufficienti poche decine di carri armati, che richiedono comunque settimane di addestramento intensivo per i soldati ucraini selezionati al loro impiego. Nel caso di mezzi particolarmente sofisticati come gli Abrams può rendersi poi necessaria una maggiore presenza di tecnici-militari occidentali direttamente sul campo, rendendo più porosa la linea che separa una guerra per procura da uno scontro diretto tra Occidente e Russia. Come segnalato dal dipartimento per la Difesa, il problema primario dei carri armati promessi da Biden è il loro spropositato consumo di carburante (hanno motori a turbina multifuel).
I tanto sospirati carri armati Leopard-2 di produzione tedesca sono già stati oggetto di studio (e distruzione) in Siria. La Turchia infatti optò per il loro inconsulto impiego offensivo in violazione dei caveat imposti da Berlino. La Germania ha infatti esportato finora i potenti carri armati, vincolando la loro compravendita alle sole finalità difensive per l’acquirente. Diverse unità sono invece già state distrutte in Siria, proprio dalle truppe affiliate a Mosca. Per la Russia non si tratterebbe dunque di un’arma sconosciuta.
L’interesse di Mosca è mantenere una superiorità numerica di carri armati sul campo rispetto alla controparte ucraina/occidentale. Per questo, l’accelerata produzione in serie dei potenti carri armati russi T-90M – paragonabili per prestanza proprio ai Leopard-2 − prevale agli occhi di Putin sull’anticipata messa in servizio del carro armato di ultima generazione T-14 Armata (Oggetto 148), attualmente in fase di test.
In questa guerra d’attrito i numeri contano più della qualità, sia in termini di stock (unità immediatamente disponibili) sia in termini di flusso (capacità di rimpiazzo). Ed è proprio questa la ragione per la quale il Pentagono ha mostrato aperta riluttanza verso la scelta della Casa Bianca di fornire i carri armati M1 Abrams, suggerendo invece l’invio dei tedeschi Leopard 1 e 2.
Resta quindi improbabile nel breve tempo assistere al duello tra un T-14 russo (armi migliori) e un Abrams americano (alta mobilità); mentre sarà più probabile assistere al confronto tra i veloci carri armati russi T-90 e i Leopard tedeschi di più facile utilizzo.


