CHE SENSO HA IL PENSARE NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

per Filoteo Nicolini

CHE SENSO HA IL PENSARE NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

 

Che senso ha questo sforzo che compiamo dalla mattina alla sera di rappresentarci col pensiero gli avvenimenti esterni? Qual è  lo scopo di questa ripetizione attraverso i concetti? Che cosa può interessare al mondo che noi lo si replichi in pensieri e rappresentazioni?

Il mondo esterno non muta se io lo osservo e lo rappresento, ma il mio piccolo mondo interiore si arricchisce. Eppure nulla cambia all’esterno se noi lo osserviamo e ci creiamo delle immagini. Esse si aggiungono. Perché mai allora la Natura è così organizzata? Perché esiste il pensiero?

Per tutti noi il pensiero è divenuto una abitudine, una consuetudine, e non ci poniamo mai questa domanda. Il pensiero ci è familiare e la domanda non si pone. Anzi, sono tanti che sarebbero ben contenti di non dover pensare, per i quali il pensare è una attività faticosa, pesante, che fuggono da qualunque approfondimento. Perché la Natura non si organizza in modo che la gente non abbia bisogno di pensare, e che possa servirsi di una macchina e di un algoritmo che gli risolva i problemi senza affaticarsi?

Prima di rispondere a tutte queste domande, va aggiunta un’altra cosa che rende l’enigma più difficile ma allo stesso tempo ne indica la soluzione. Come si spiega che tutti noi viviamo nell’illusione delle apparenze che i sensi fisici ci trasmettono? Che senso ha questa illusione in cui tutti noi siamo immersi? Non sarebbe stato meglio che il Creatore ci avesse fornito  la realtà  senza veli, e quindi senza la necessità di ricercare la verità dietro le apparenze? Perché dobbiamo in questa fase dell’evoluzione vivere nell’illusione?

C’è una ragione valida per ci dobbiamo vivere nell’illusione. Se possedessimo la verità, se la verità ci venisse fornita sul palmo di mano, se ci fosse connaturata e non dovessimo ricercarla, noi non diverremmo mai esseri liberi, non diverremo una individualità. Arriviamo all’individualità libera attraverso l’anelito e la ricerca qui sulla Terra. Se incontriamo solo apparenza e illusione intorno a noi, abbiamo lo stimolo a ricercare poco a poco l’interiorità di tali apparenze per liberare dentro di noi le forze di cui abbiamo bisogno. Non ci sono scorciatoie né percorsi basati su realizzazioni tecnologiche artificiali. Il senso di approfondire il pensiero, di renderlo acuto e penetrante, non è quello di riprodurre quanto già esiste fuori di noi ma di esercitarci a pensare per andare oltre le apparenze dei sensi. nel lontano passato tutto sorgeva in noi come immaginazione senza sforzo da parte nostra, mentre adesso dobbiamo rivolgerci all’esterno. Non si tratta di un generico amore per la conoscenza bensì di sviluppare la disciplina del pensare

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