Autore originale del testo: Federico Leo Renzi
BRIATORE, LA SANTANCHE’ E IL NEOFEUDALESIMO
Le recenti dichiarazioni di Briatore, e il palese disprezzo per i dipendenti da parte della ministra Santanché, dimostrano esista un pezzo di imprenditoria italiana che porta avanti un’ideologia di stampo marcatamente neofeudale.
L’idea di Briatore che i figli (dei poveri) debbano ereditare il lavoro dei padri e rinunciare all’ascesa sociale promessa dall’istruzione, è una riproposizione di valori propriamente medievali e pre-borghesi in cui la stabilità sociale è garantita dall’immobilità della classi. I contadini saranno per sempre contadini, gli artigiani saranno artigiani, i nobili (oggi divenuti i ricchi) saranno per sempre nobili. Un sistema che la rivoluzione francese ha affossato, e che dopo 300 anni torna alla ribalta per mano degli stessi che hanno beneficiato dell’ascesa sociale aperta a tutti (Briatore è figlio di maestri delle elementari, non di imprenditori).
Le rivelazioni sugli stipendi non pagati, i TFR negati, i soldi presi dallo Stato e mai restituiti della Santanché sono il completamento dell’idea neofeudale di Briatore. Per la Santanché pagare dipendenti e fornitori non è un obbligo sancito da un contratto, ma una sua libera concessione: se vuole lo fa, altrimenti non esiste alcun obbligo morale né ente superiore che la possa costringere. La ministra del Turismo ritiene infatti che chi appartiene all’élite economico-politica non ha alcun obbligo verso i sottoposti, e può utilizzare lo stato come una cassa privata da cui attingere liberamente ciò che serve per le proprie aziende: gli aiuti statali per le imprese dati in epoca Covid non li ha restituiti poiché li percepisce non come soldi pubblici, ma come soldi suoi. Questa è la medesima idea che avevo i nobili in epoca feudale, per cui le finanze del feudo e le finanze familiari erano la stessa identica cosa.
Il vero problema non è che singoli imprenditori e politici portino avanti questa visione della società, ma che trovino rappresentanza mediatica e nell’esecutivo: significa che esprimono un’idea di società, di stato, di economia che trova vasti consensi non solo fra la classe dominante, ma persino in quella dominata. Per quanto sia difficile da comprendere, evidentemente ci sono numerosi dipendenti e piccoli imprenditori che ritengono sia un diritto di chi ha un potere economico superiore a loro non pagarli: probabilmente sperano che questo diritto che riconoscono alla classe dominante, sia riconosciuto anche a loro quando hanno a che fare con persone economicamente più deboli.
Il vasto consenso riscosso da imprenditori come Santanché e Briatore, dimostra come l’idea di economia e imprenditoria della destra meloniana sia più affine all’arcaico sistema di rapporti di forza medievali che non al moderno sistema tardocapitalista dell’imprenditoria diffusa… e che questa arcaicità venga vista come un modello politico-economico ideale da parte di elettori terrorizzati dalla fluidità delle classi sociali e dal dovere di rispettare i contratti firmati.


