CAOSLANDIA A MOSCA? DUE VOCI RUSSE

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Aktual’nye Kommentarii (AK) e Mauro De Bonis
Fonte: Limes

CAOSLANDIA A MOSCA? DUE VOCI RUSSE

Conversazioni con Vladislav Surkov e Dmitrij Trenin.

a cura di Aktual’nye Kommentarii (AK) e Mauro De Bonis

I24 giugno i russi, come tutto il mondo, hanno visto il loro immenso paese sull’orlo della guerra civile. Com’è stato possibile? Di chi è la colpa? E soprattutto che cosa occorre fare per impedire che quella superpotenza nucleare finisca spartita fra banditi? Ascoltiamo le voci di Vladislav Surkov, già eminenza grigia di Putin, e Dmitrij Trenin, uno dei più acuti analisti geopolitici russi. 


‘Per non diventare un’area tribale eurasiatica’ 

Conversazione con Vladislav Surkov, già consigliere speciale del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, a cura della redazione di Aktual’nye Kommentarii (AK).


AKCome valuta le ragioni e le possibili conseguenze della rivolta di Prigožin?

SURKOV Adesso da noi va di moda andare a rovistare nella storia. Ma eccovene una di storia: nel 1980, a Leningrado, c’era una donna che camminava per la strada. Una donna normale. Le si sono precipitati contro tre teppistelli. Uno le si è gettato addosso da dietro e l’ha presa per il collo. L’ha soffocata finché questa non ha perso conoscenza. Dopodiché i teppistelli le hanno preso gli orecchini e – attenzione! – gli stivali. In seguito queste carogne sono state arrestate e condannate. Quello che aveva assalito da dietro la donna e la soffocava si chiamava Evgenij Prigožin. E questo è tutto ciò che occorre sapere di Prigožin. Null’altro. Il resto non ha alcuna importanza.

Certamente sorgerà una domanda retorica: «Ma come è possibile, se si era anche impiegato…?» (citazione dal romanzo Cuore di cane di Mikhail Bulgakov; nel contesto del romanzo si parla di Pallino, il cane fattosi uomo dopo un’operazione del professor Preobraženskij, n.d.r.). Per fortuna, le domande retoriche non prevedono risposte.


AKCosa occorre perché la situazione si normalizzi?

SURKOVMolte cose. Tuttavia, l’essenziale è garantire unità di comando. E se ci si pensa seriamente, a che ci servono delle compagnie militari private?

Io, com’è noto, considero quella russa una democrazia sovrana. Secondo questo approccio la cosa essenziale è che non occorre copiare alla cieca le istituzioni altrui. Alcune cose occorre adottarle, ma altre no. È cruciale, nella costruzione di un sistema politico, tener conto delle caratteristiche della cultura e della psicologia nazionali.

Cos’è una compagnia militare privata? Un prestito diretto dalla pratica occidentale. Più precisamente dalla pratica statunitense. E ciò risulterà ancora più occidentale di qualsiasi Occidente. Ora si parla di nuovo di una legge in materia di compagnie militari private. Ma vale forse la pena di legittimare un’istituzione che per i parametri russi è nella sua essenza anti-istituzionale? Nel momento in cui la legge sarà approvata, una schiera di entusiasti si riverserà nei più alti uffici. E cercherà di convincere chi di dovere a conceder loro la creazione di un esercito privato. E molti ci riusciranno.

Come può, nella nostra concezione, un nucleo militare essere privato? L’idea si scontra completamente con la cultura politica, dirigenziale e militare russa. In Russia non è possibile, ad esempio, possedere una centrale atomica privata. E dunque dovrebbe essere possibile possedere una divisione d’assalto privata? Perché? Di «eserciti privati» da noi ne sono comparsi soltanto nell’epoca dei torbidi (il periodo di profonda crisi che precedette l’incoronazione dei Romanov nel 1613, n.d.r.) e durante la guerra civile (seguente la rivoluzione d’Ottobre, n.d.r.). Se verrà approvata una legge sulle compagnie militari private, per quanto possa venire ponderata e ben scritta, per quanto possa essere dettagliata circa la sottomissione di queste compagnie al comando dell’esercito, la loro integrazione nell’esercito stesso e così via, creerà comunque il rischio che il nostro paese si trasformi in futuro in un’area tribale eurasiatica.

Non ne abbiamo bisogno. Nelle nostre Forze armate esiste un sistema a contratto. Rivedetelo, rendetelo più flessibile se necessario, ma non giocate più al gioco delle compagnie militari private.

Le compagnie militari private sono state create per prender parte alle guerre per procura. A cosa ci servono oggi che partecipiamo apertamente alla campagna militare per l’Ucraina? Non si tratta di una guerra per procura, ma di un’operazione militare speciale. L’esercito va rafforzato non soltanto attraverso gli armamenti, ma anche con l’unità del comando.

Vi ricordate come si sono sfasciati i settori industriali strategici in Unione Sovietica? Li distrusse la legge sulle cooperative. Presso ogni impresa statale vennero create numerose cooperative private. Nelle cooperative si accumulavano i profitti, che venivano controllati e consumati dalla direzione dell’impresa statale. Al contrario, le uscite e le perdite venivano addossate allo Stato. Il risultato è stato il collasso economico, il crollo dell’industria meccanica, dei settori estrattivi. Quanti anni e quanto denaro ci sono voluti per ripristinare tutto ciò!

Le compagnie militari private non sono che una cooperativa all’interno dell’esercito! All’esercito sono state addossate tutte le «perdite», tanto quelle materiali quanto quelle di reputazione. Al contrario, la compagnia militare privata ottiene denaro e gloria. Certo, tra i suoi combattenti ci sono molti eroi, ma ce ne sono forse di meno tra i «semplici» paracadutisti, i soldati di fanteria, i carristi, gli artiglieri? Se non fermiamo questa cosa, l’esito sarà devastante.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


AKPrigožin ha affermato che l’operazione militare speciale è lucrosa soltanto per gli oligarchi.

SURKOVÈ corretto. Per oligarchi come lui stesso. Che cos’è un oligarca dal punto di vista delle scienze politiche? Un uomo d’affari che fa soldi con gli appalti pubblici (ad esempio, nel caso di Prigožin, fornendo vitto e uomini pronti a morire al ministero della Difesa), che dispone di mezzi mediatici (che lui ha), reti di corruzione negli organi del potere statale (che lui ha), ambizioni politiche (che lui ha). Prigožin è un oligarca. Se a Berezovskij fosse stato dato un carro armato, sarebbe diventato un Prigožin. Anche per lui tutto ciò è lucroso.

Tuttavia, la campagna militare per l’Ucraina è iniziata e finirà non in nome del lucro. Ma in nome della vittoria.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


‘Siamo stati a un passo dalla guerra civile’

Conversazione con Dmitrij Trenin, Research Professor alla Higher School of Economics di Mosca e Leading Research Fellow all’Institute of World Economy and International Relations (Imemo), a cura di Lucio Caracciolo e Mauro De Bonis.


LIMESPerché Putin non è riuscito a prevenire la rivolta di Prigožin, che pure era stata pubblicamente annunciata dal capo del Wagner, come nel messaggio Telegram del 24 maggio, ed era nota alle intelligence di mezzo mondo, americana inclusa?

TRENINNon ne so abbastanza per rispondere a questa domanda. Le dichiarazioni del presidente Putin e il suo comportamento durante e dopo la rivolta lasciano intendere che fosse estremamente indignato dalla mossa di Prigožin. Il capo del Cremlino aveva tollerato per mesi la faida tra il leader del Wagner e il ministero della Difesa, non considerandola evidentemente pericolosa per lo svolgimento dell’operazione militare o per la stabilità del paese. Si fidava di Prigožin, che invece lo ha tradito.


LIMESIl 24 giugno i militari russi hanno sparato e ucciso altri militari russi. C’è il pericolo di una guerra civile?

TRENINLa rivolta di giugno ha provocato vittime tra i piloti russi, ma è stato evitato uno scontro frontale più consistente tra le Forze armate e un esercito privato ben armato e con esperienza in battaglia. Il mese scorso la Federazione Russa è stata più vicina alla guerra civile di quanto non lo fosse stata nell’ottobre del 1993 (con il cannoneggiamento ordinato dal presidente El’cin della Casa Bianca, sede del parlamento russo in rivolta, n.d.r). Tuttavia, la cosa importante da tener presente è che questa volta né le unità dell’esercito russo né la popolazione si sono unite alla rivolta. La Russia si è trovata d’improvviso a guardare l’abisso di una guerra civile, ma ha rapidamente distolto lo sguardo.


LIMESChe cos’era, che cos’è diventato e che cosa sarà il Wagner?

TRENINIl Gruppo nasce come esercito privato con estensione quasi globale. Ha operato in terre straniere, dalla Siria alla Libia al continente africano, poi è stato impiegato nella guerra in Ucraina e ha combattuto fianco a fianco con l’esercito regolare russo. Il Wagner è un’impresa privata ma è stato sostenuto politicamente e materialmente dallo Stato russo per promuovere gli interessi di Mosca oltreconfine. Durante l’operazione militare speciale in Ucraina, l’intervento del Wagner, come confermato dal presidente Putin, è stato finanziato dalle casse statali. Oggi il Wagner si sta trasferendo dalla Russia alla Bielorussia, e in futuro gli sarà impedito di operare all’interno della Federazione. Le sue operazioni all’estero però probabilmente continueranno, per il momento, anche se non è chiaro cosa ne sarà a medio e lungo termine.


LIMESEsistono decine di milizie «private» russe. Perché lo Stato rinuncia al monopolio della violenza?

TRENINConsentire a un esercito privato di operare in Russia è stato evidentemente un grave errore, quasi fatale. Permettergli di farlo senza un’adeguata base giuridica è del tutto incomprensibile. Lasciare poi che il conflitto con il ministero della Difesa diventasse pubblico e andasse via via intensificandosi è stato molto rischioso. Il Cremlino ha calcolato probabilmente che il rapporto privato tra Putin e Prigožin, e la manifesta forte lealtà di quest’ultimo nei confronti del primo, fosse garanzia sufficiente a tenere la situazione sotto controllo. Come oggi sappiamo, l’ambizione di Prigožin lo ha spinto ad avventurarsi su una strada che lo ha portato fin sull’orlo di una guerra civile. Mi aspetto che questa lezione venga presa sul serio da Putin e dai futuri leader russi.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


LIMESAmericani, cinesi ed europei hanno sostenuto Putin, temendo il crollo della Russia e la dispersione del suo arsenale atomico. Invece gli ucraini hanno sostenuto Prigožin, perché di fatto era lui la controffensiva. Le sembra normale?

TRENINPer la Cina, la Russia è un vicino, una retroguardia strategica, un partner. Pechino ha interesse nella stabilità della Federazione. Anche l’Europa è vicina della Russia, ma al momento ne è avversaria, e ne risentirà se un serio tumulto interno la travolgesse. Gli Stati Uniti sono storicamente preoccupati che uno Stato in possesso di armi nucleari finisca nel caos, soprattutto oggi che si trovano a combattere una guerra per procura contro uno di loro. Tutto essenzialmente logico.

Gli attuali leader ucraini, al contrario, sono accecati dall’odio e dal totale rifiuto nei confronti della Russia e di tutto ciò che è russo; credono sinceramente, a quanto pare, che ogni cosa negativa per la Russia sia automaticamente positiva per l’Ucraina.


LIMESSecondo lei Prigožin ha collaborato con gli ucraini, come suggerito dai leaks del Pentagono?

TRENINNon ho prove per sostenerlo. Penso che le radici della rivolta siano prevalentemente russe. Prigožin ha sempre assunto pubblicamente una posizione patriottica, ma l’ambizione fuori misura può spingere le persone a prendere strade molto pericolose.


LIMESRitiene possibile un allargamento dello scontro interno?

TRENINPer ora il confronto aperto è finito. Tuttavia, a meno che al Cremlino non considerino questi ultimi sviluppi come un campanello d’allarme e non affrontino quanto ha reso possibile la rivolta, potrebbe verificarsi un’altra crisi. Soprattutto in un contesto come quello della successione di Putin, con la rivolta di Prigožin vista come un cattivo presagio.


LIMESLa Cina sta approfittando della vostra debolezza in Siberia e nella sfera di influenza ex sovietica. Vi sta bene?

TRENINCredo che questa sia una semplificazione eccessiva di ciò che sta realmente accadendo. Negli ultimi tre decenni, tra Russia e Cina i ruoli si sono drasticamente invertiti: Pechino è ora molto più forte di Mosca economicamente, tecnologicamente e finanziariamente. Dopo la rottura della Federazione con l’Occidente e la scelta di isolare completamente la Russia, sulla scia della guerra in Ucraina, Mosca ha dovuto affidarsi come mai prima a Pechino sia come mercato sia partner geopolitico.

Questa situazione non ha però generato una dipendenza politica. Putin è andato alle Olimpiadi di Pechino solo un paio di settimane prima di lanciare la campagna militare in Ucraina, dove sicuramente non ha chiesto al suo omologo Xi Jinping di approvare i suoi piani. Probabilmente non ha nemmeno informato Xi delle sue intenzioni: i cinesi, così come molti altri, sono rimasti visibilmente sorpresi dalle azioni di Mosca. E la Cina non ha il potere di dettare alla Russia come procedere con la guerra, né quando e come fare la pace.

Per quanto riguarda la Siberia e l’Artico, la presenza economica della Cina in quelle regioni è cresciuta negli ultimi tempi perché ha potuto riempire gli spazi lasciati vuoti dalle compagnie occidentali che hanno abbandonato il paese. Ma il livello degli investimenti diretti cinesi in Russia rimane modesto e la presenza fisica di cittadini cinesi è minima.

Dove Pechino ha invece ampliato sia influenza sia presenza in modo significativo è in Asia centrale. I paesi della regione ex sovietica perseguono una politica estera multivettoriale che riduce i legami storici con Mosca mentre attira gli investimenti di Stati Uniti, Unione Europea, Cina, Turchia, paesi del Golfo, India, Iran, Corea del Sud e altri ancora. Così, nonostante l’esistenza dell’Unione Economica Eurasiatica (Uee) e dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), nessuno può affermare che l’Asia centrale rientri oggi nella sfera di influenza russa.

Mosca è consapevole di questa realtà. Cerca di rendere più efficienti sia la Uee sia la Csto e di rafforzare le relazioni bilaterali con i paesi della regione, compresi Uzbekistan e Turkmenistan, che non fanno parte delle due organizzazioni. Ha ideato una formula per «armonizzare» la Uee con la Belt and Road Initiative cinese, oltre a impegnarsi insieme a Pechino e altri paesi nell’ambito dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.


Carta di Laura Canali - 2023

Carta di Laura Canali – 2023


LIMESPer risolvere il conflitto russo-ucraino, la convince la soluzione coreana suggerita dagli americani?

TRENINÈ ancora troppo presto per discutere anche solo lo schema di un accordo provvisorio. Idem per un cessate-il-fuoco. È però importante fare in modo che il risultato provvisorio della guerra in corso non porti a un nuovo e più grande conflitto tra poco tempo.


LIMESAlcuni russi dicono che è ora di finirla con l’operazione speciale e di cominciare una guerra vera, che vincereste. È d’accordo?

TRENINIn Russia si critica la leadership per il fatto di condurre la guerra «con una mano legata dietro la schiena». La mia impressione è che Putin cerchi di raggiungere gli obiettivi militari senza mobilitare tutte le risorse del paese. Il presidente è probabilmente preoccupato per la stabilità economica e sociale complessiva della Federazione. Quindi, nessuna mobilitazione generale, nessuna economia di guerra, nessuna legge marziale. Per Mosca questo si traduce in una guerra di logoramento. Il calcolo è che la Russia ha molte più risorse, anche con i limiti menzionati, dell’Ucraina, e una volontà di vincere il conflitto molto più forte di Stati Uniti e Nato. Certo, la guerra prosegue e il calcolo può cambiare, optando per una diversa strategia.


LIMESCome ha reagito l’opinione pubblica russa ai recenti avvenimenti?

TRENINLa società russa detesta il caos. E la rivolta di Prigožin non ha suscitato proteste. Tutti volevano che la crisi finisse il prima possibile, la gente ha temuto spargimenti di sangue e sperato in un immediato ripristino dell’ordine.


LIMESLa figura del presidente ne esce indebolita? Se sì quanto?

TRENINIl presidente Putin ha chiaramente subìto un duro colpo perché un suo protetto gli si è rivoltato contro. Il confronto controllato tra il Wagner e il ministero della Difesa è sfuggito di mano e causato la morte di circa venti militari. La Russia è stata a un passo dalla guerra civile e pare che alcuni alti funzionari e personaggi di una certa influenza abbiano preferito fuggire da Mosca nel momento del pericolo. Eppure, proprio adesso il capo del Cremlino ha l’opportunità di dare una ripulita a casa, sfoltire la cerchia più stretta dei cortigiani e introdurre paletti istituzionali per evitare qualsiasi futuro tentativo di destabilizzazione. Staremo a vedere.


LIMESQuali saranno le conseguenze di quanto accaduto a Rostov sul campo di battaglia ucraino?

TRENINNel breve termine, la sola conseguenza importante è stata il trasferimento del Wagner in Bielorussia. Sulla linea del fronte, invece, viene eliminato uno dei principali motivi di frizione, quello tra il gruppo guidato da Prigožin e il dicastero della Difesa. Tutte le altre forze di volontari attive sul campo di battaglia hanno firmato accordi con Mosca. Dunque, se ci sarà rotazione all’interno dell’esercito, e se si darà priorità alla meritocrazia, la condotta russa della guerra potrebbe diventare più efficace.


LIMESSono a rischio gli interessi strategici e geopolitici della Federazione Russa nei teatri africano, siriano e libico?

TRENINWagner è solo un elemento nelle relazioni russe con la Siria. In Libia, dopo una lunga pausa, Mosca ha appena nominato l’ambasciatore e il Wagner non sarà l’unica presenza russa nel paese. Nei vari teatri in cui operano, le truppe di Prigožin potrebbero continuare le missioni nel rispetto degli interessi di Mosca. Ma dopo quello che ha appena combinato in Russia i governi stranieri potrebbero diventare più cauti nei confronti del Wagner.


Carta di Laura Canali - 2021
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