GAZA CITY ASSEDIATA

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Mirko Mussetti
Fonte: Limes

GAZA CITY ASSEDIATA

Le Forze armate di Israele (Idf, Tsahal) hanno completato l’accerchiamento di Gaza City nel Nord dell’assediata exclave palestinese, grazie a una penetrazione fulminea di terra che ha tagliato in due la Striscia da est a ovest sul lato settentrionale del corso del Wadi Gaza. Raggiungendo la costa mediterranea, Tsahal ha dunque isolato completamente il capoluogo gaziano, dove è ubicata la principale rete di tunnel sotterranei di Ḥamās (Hamas).

Il primo ministro Binyamin Netanyahu ha ammesso che l’operazione propedeutica alla cattura della città palestinese ha portato a delle perdite, sebbene contenute (19 soldati morti): “Abbiamo anche perdite dolorose, ma niente ci fermerà. Faccio appello ai civili non coinvolti a uscire da Gaza e andare a sud, poiché noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas”.

Intanto però Gerusalemme sta rimandando nel sud della Striscia migliaia di operai palestinesi (forse 18 mila), a cui era stato precedentemente concesso il permesso di lavorare in Israele e nella Cisgiordania occupata. I lavoratori gaziani impiegati perlopiù nell’edilizia e nell’agricoltura starebbero dunque rientrando nell’exclave bombardata attraverso il valico di Kerem Shalom a est del valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza (già interessato dagli strike israeliani). In una nota, l’ufficio del primo ministro dello Stato ebraico ha fatto sfoggio di sintetica intransigenza: “Israele sta interrompendo ogni contatto con Gaza. Non vi saranno più lavoratori palestinesi provenienti dalla Striscia”.

Nel frattempo, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è atterrato a Tel Aviv per incontrare il premier Netanyahu ed esortare Gerusalemme a una “pausa” nei combattimenti. La grande preoccupazione di Washington è che la guerra possa degenerare in un vasto conflitto regionale. Le Idf sono in stato di massima allerta al confine settentrionale con il Libano, dove si intensificano le scaramucce transfrontaliere di artiglieria tra Tsahal e il gruppo paramilitare filoiraniano Ḥizbullāh (Hezbollah). Per gli Stati Uniti è essenziale evitare un coinvolgimento diretto della Repubblica Islamica dell’Iran, acerrima nemico sia dello Stato ebraico – ne vuole la scomparsa – sia dell’America.

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