Fabio Mini: “L’Ucraina non è affidabile né come alleata né come nemica, non ha scrupoli nella provocazione.  Non si cura della propria popolazione e, sostenuta dall’Europa, continua a coltivare il progetto di scatenare una guerra nucleare tra Russia e Usa”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fabio Mini
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Fabio Mini: “L’Ucraina non è affidabile né come alleata né come nemica, non ha scrupoli nella provocazione.  Non si cura della propria popolazione e, sostenuta dall’Europa, continua a coltivare il progetto di scatenare una guerra nucleare tra Russia e Usa”

Il presidente Trump ha rotto l’assordante silenzio sull’attacco ucraino alle basi russe dicendo di aver parlato con Putin di una eventuale risposta e divagando sull’Iran.
Intanto il potente Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky, si è recato negli Usa per sollecitare nuove sanzioni e fornire spiegazioni sull’utilizzazione delle immagini satellitari e tecnologie statunitensi. Anche questa visita è probabilmente un gioco delle parti. In effetti, gli Usa con Biden hanno ceduto e condiviso immagini, dati e tecnologie anche più sofisticate, ma con l’impegno di non dirlo alle tv di tutto il mondo. Trump sta continuando sulla stessa linea, ma la bravata ucraina lo ha messo in difficoltà portando lo scontro al livello dei rapporti strategici diretti fra Russia-Usa. Nel colloquio fra i due leader è stata pronunciata una parola che è riverberata sia nel discorso di Putin ai governanti della federazione sia in quello di Trump sulle restrizioni agli ingressi negli Stati Uniti: terrorismo. Così il presidente russo ha definito i sabotaggi ai ponti e alle ferrovie e così ha definito gli attacchi alle basi aeree strategiche. L’operazione militare speciale che stava per trasformarsi in guerra tra Russia e Ucraina si annuncia invece come guerra al terrorismo da qualsiasi parte provenga. In effetti l’attacco alle basi con i droni è stato un attacco di guerra diretto dai servizi segreti (Sbu) e condotto non dalle forze armate ma da operativi sostenuti da una rete di connivenza interna alla Russia, baldanzosamente ringraziata dallo stesso Zelensky. Un attacco non isolato che segue la catena di attacchi terroristici, assassinii mirati, sabotaggi, attacchi a strutture civili subiti dalla Russia sul proprio territorio a opera dello Sbu ucraino. Il parametro che lo differenzia dagli altri non è la distanza o l’efficacia, ma la natura degli obiettivi, elementi della triade nucleare, e la metodologia relativamente artigianale che permette a chiunque di portare attacchi di prossimità su obiettivi di alto valore strategico e simbolico. Negli Stati Uniti e in Russia di tali obiettivi c’è ampia scelta ed è certamente stato uno choc per i primi più che per la seconda vedere che basi strategiche sono vulnerabili alla mancanza di scrupoli e alla disperazione di chiunque produca e venda droni. La deterrenza nucleare poggia sull’equilibrio e sulla convenzione comune che l’impiego nucleare sia razionale e controllabile. Mentre per anni le potenze nucleari si sono guardate e controllate a vicenda contando i rispettivi missili e aerei, a un tratto scoprono di non essere più loro a decidere di colpire e scatenare il disastro. L’Ucraina ha dimostrato ai terroristi di tutto il mondo che colpire in alto si può, impunemente e low cost. La produzione c’è e l’acquisto è raccomandato.

 

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