Fonte: La Stampa
Massimo Cacciari: L’Europa avvelena i suoi pozzi. Così la pace sarà solo un armistizio
Siamo ormai indifferenti a ogni ingiustizia, pronti a digerire ogni fake news di Musk e compagnia
Europa sta avvelenando i suoi pozzi. Come è possibile non vederlo oltre gli orrori della cronaca quotidiana? Le guerre si stanno conducendo in modo tale da rendere impossibile ogni pace che sia qualcosa di più di un armistizio, della continuazione della guerra in forme nascoste.
«Ogni vita recisa sul campo di battaglia è un anello infranto nell’aurea catena dello spirito» scriveva Gentile. I realisti da paese degli Stenterelli credono che “spirito” sia termine astratto – in realtà indica la concretissima fatica di costruire relazioni, di riconoscere le ragioni dell’altro, di esplorare ogni via per giungere almeno a fra-intendersi.
Iustum bellum quibus necessarium – così Livio. Sì, questo è linguaggio romano, gentile Presidente(ssa). E lasci perdere, per carità, “si vis pacem para bellum”, i romani, ahi noi, amavano fare le guerre e chiamavano pace la loro vittoria. In che altro modo giustificare la guerra se non perché non possiamo che ritenerla necessaria?
Questo avvenne con le guerre napoleoniche. Questo si è ripetuto con la seconda Grande Guerra. Forse anche la prima va sotto questo segno: l’imperialismo tedesco mirava a costruire una grande Mitteleuropa fagocitando in sé il decrepito impero asburgico e ciò imponeva un aut-aut ineludibile con l’impero oceanico anglo-sassone. Non fu questa in alcun modo, invece, la situazione della “guerra fredda”, che mise termine all’altro millennio. La competizione fu forte e a tutto campo, ma avvenne sempre nel riconoscimento, volenti-nolenti, delle ragioni dell’altro, ed era competizione del tutto asimmetrica, poiché nessuna persona dotata di intelletto poteva non vedere la strapotenza economica, strategica, tecnologica dell’uno dei Titani sull’altro, almeno a partire dagli anni ’60.
È necessaria la guerra con la Russia, neppure lontanissima parente dell’Urss? O non sarebbe stato piuttosto necessario richiedere contestualmente, al momento stesso dell’invasione, l’immediato ritiro, da un lato, e la ripresa dei negoziati al più alto livello attorno agli stracciati (da chi?) accordi di Minsk, dall’altro? Come è possibile continuare per anni una narrazione totalmente fasulla sulla possibilità di una vittoria militare, sul campo, dell’Ucraina contro la Russia? Una simile vittoria implica l’impegno militare esplicito e in prima persona dell’Occidente. E cioè degli Stati Uniti. Ovvero, la dichiarazione di una Grande Guerra Necessaria. E ora si dà l’increscioso caso che il soggetto principale, l’America (l’Occidente è americano da quasi un secolo) dichiari esplicitamente che tale Guerra non è oggi per lei affatto necessaria, anzi affermi, quasi senza mezzi termini, che essa è il frutto dell’insipienza strategico-politica della precedente Amministrazione.
Ma tutto ciò è certamente conseguibile senza Grande Guerra. Certo, si tratta di una strategia irta di difficoltà, contro la quale però non si erge alcun Nemico in grado sulla carta di rovesciarla. Quale peso abbiano per essa diritto internazionale e diritti umani lo ha espresso con lucido, commendevole cinismo il segretario di Stato Rubio minacciando la dr.ssa Albanese, rappresentante dell’Onu e cittadina italiana, non suddita trumpiana.
Ecco che significa avvelenare i pozzi. I comportamenti dell’Occidente stanno avvelenando i pozzi del nostro spirito, rendendoci indifferenti con incredibile rapidità a ogni ingiustizia, a ogni sopruso, e pronti a digerire ogni fake news che ci venga propinata dai Musk e compagnia. Ma così si avvelena anche il pozzo della necessaria alleanza europea con gli Stati Uniti. La “guerra” dei dazi sta lì a dimostrarlo. Essa è segno e conseguenza del crollo di ogni ordine fondato sul diritto, di ogni Nomos della Terra.


