Massimo Cacciari: L’Europa avvelena i suoi pozzi. Così la pace sarà solo un armistizio Siamo ormai indifferenti a ogni ingiustizia, pronti a digerire ogni fake news di Musk e compagnia

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Massimo Cacciari
Fonte: La Stampa

Massimo Cacciari: L’Europa avvelena i suoi pozzi. Così la pace sarà solo un armistizio

Siamo ormai indifferenti a ogni ingiustizia, pronti a digerire ogni fake news di Musk e compagnia

Europa sta avvelenando i suoi pozzi. Come è possibile non vederlo oltre gli orrori della cronaca quotidiana? Le guerre si stanno conducendo in modo tale da rendere impossibile ogni pace che sia qualcosa di più di un armistizio, della continuazione della guerra in forme nascoste.

Le guerre si stanno conducendo e vengono così narrate perché l’odio continui oltre ogni trattato. Se conduco la guerra contro il Nemico assoluto, questi resterà per forza tale anche se sarò costretto dalle circostanze a firmare con lui un patto o a fingere di stringergli la mano. È totalmente crollato quel principio che predicavano sia Giovanni Gentile che Benedetto Croce davanti alla prima Grande Guerra: se la guerra viene condotta contro il Male, se l’avversario ne è l’incarnazione da annientare e basta, essa diverrà per forza la guerra dei “bestioni”, espressione di perfetta barbarie.

«Ogni vita recisa sul campo di battaglia è un anello infranto nell’aurea catena dello spirito» scriveva Gentile. I realisti da paese degli Stenterelli credono che “spirito” sia termine astratto – in realtà indica la concretissima fatica di costruire relazioni, di riconoscere le ragioni dell’altro, di esplorare ogni via per giungere almeno a fra-intendersi.

 

Lo spirito non è un ingenuo irenista, ma di fronte a qualsiasi conflitto si chiede: è davvero necessaria la guerra per risolverlo? È davvero necessario recidere anche una sola vita per giungere a porvi termine? La politica che non sia responsabile, e cioè che non risponda con coscienza, avvertendone il tremendo peso, a questa domanda, è una politica irresponsabile per definizione.

Iustum bellum quibus necessarium – così Livio. Sì, questo è linguaggio romano, gentile Presidente(ssa). E lasci perdere, per carità, “si vis pacem para bellum”, i romani, ahi noi, amavano fare le guerre e chiamavano pace la loro vittoria. In che altro modo giustificare la guerra se non perché non possiamo che ritenerla necessaria?

 

Questa sola è la guerra che è vera, ultima ratio della politica. Altrimenti essa non è che il fallimento dell’azione politica, la sua dichiarazione di impotenza e di irrazionalità. Non vi è La Guerra, ma tante diverse forme di guerra, tra eserciti regolari oppure, come sempre più avviene, condotta attraverso azioni terroristiche, ma è guerra anche quella che stressa l’avversario per mezzo della competizione economica e tecnologica, e sempre tutte si accompagnano a fattori mitico-ideologici. Quale è, tuttavia, la sola che il vero politico potrebbe definire necessaria? Quando lo scontro è tra movimenti di tettonica energia che vogliono sommergere l’altro, inglobarlo in sé.

Questo avvenne con le guerre napoleoniche. Questo si è ripetuto con la seconda Grande Guerra. Forse anche la prima va sotto questo segno: l’imperialismo tedesco mirava a costruire una grande Mitteleuropa fagocitando in sé il decrepito impero asburgico e ciò imponeva un aut-aut ineludibile con l’impero oceanico anglo-sassone. Non fu questa in alcun modo, invece, la situazione della “guerra fredda”, che mise termine all’altro millennio. La competizione fu forte e a tutto campo, ma avvenne sempre nel riconoscimento, volenti-nolenti, delle ragioni dell’altro, ed era competizione del tutto asimmetrica, poiché nessuna persona dotata di intelletto poteva non vedere la strapotenza economica, strategica, tecnologica dell’uno dei Titani sull’altro, almeno a partire dagli anni ’60.

 

Kissinger, l’europeo Kissinger, educò i dottor Stranamore, numerosissimi a casa sua, a questa lapalissiana verità: l’Urss la si vince con una competizione a tutto campo e non sventolando paranoiche paure sul Nemico come Male assoluto.

È necessaria la guerra con la Russia, neppure lontanissima parente dell’Urss? O non sarebbe stato piuttosto necessario richiedere contestualmente, al momento stesso dell’invasione, l’immediato ritiro, da un lato, e la ripresa dei negoziati al più alto livello attorno agli stracciati (da chi?) accordi di Minsk, dall’altro? Come è possibile continuare per anni una narrazione totalmente fasulla sulla possibilità di una vittoria militare, sul campo, dell’Ucraina contro la Russia? Una simile vittoria implica l’impegno militare esplicito e in prima persona dell’Occidente. E cioè degli Stati Uniti. Ovvero, la dichiarazione di una Grande Guerra Necessaria. E ora si dà l’increscioso caso che il soggetto principale, l’America (l’Occidente è americano da quasi un secolo) dichiari esplicitamente che tale Guerra non è oggi per lei affatto necessaria, anzi affermi, quasi senza mezzi termini, che essa è il frutto dell’insipienza strategico-politica della precedente Amministrazione.

 

Necessaria oggi per gli Stati Uniti appare l’egemonia militare israeliana in Medio Oriente, la eliminazione anche della più remota possibilità di uno Stato palestinese, e, con l’implicita accondiscendenza moscovita, l’interruzione sine die del programma nucleare iraniano, in attesa di far tornare in quel Paese la famosa democrazia degli Scià, e vendicare così il clamoroso smacco subito negli anni ’70 (era appena caduta Saigon!).

Ma tutto ciò è certamente conseguibile senza Grande Guerra. Certo, si tratta di una strategia irta di difficoltà, contro la quale però non si erge alcun Nemico in grado sulla carta di rovesciarla. Quale peso abbiano per essa diritto internazionale e diritti umani lo ha espresso con lucido, commendevole cinismo il segretario di Stato Rubio minacciando la dr.ssa Albanese, rappresentante dell’Onu e cittadina italiana, non suddita trumpiana.

 

Parole alle quali le nostre autorità politiche hanno risposto col più coraggioso ed eloquente dei silenzi. È evidente che i diritti umani vengono difesi e chi li offende subisce sanzioni quando si tratta della Russia, mentre non esistono per donne e bambini di nazioni senza esercito e senza alcuna possibilità di “fare la guerra se vuoi la pace”.

Ecco che significa avvelenare i pozzi. I comportamenti dell’Occidente stanno avvelenando i pozzi del nostro spirito, rendendoci indifferenti con incredibile rapidità a ogni ingiustizia, a ogni sopruso, e pronti a digerire ogni fake news che ci venga propinata dai Musk e compagnia. Ma così si avvelena anche il pozzo della necessaria alleanza europea con gli Stati Uniti. La “guerra” dei dazi sta lì a dimostrarlo. Essa è segno e conseguenza del crollo di ogni ordine fondato sul diritto, di ogni Nomos della Terra.

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