Dazi: il governo difende l’indifendibile

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Flavia Perina
Fonte: La Stampa

Dazi: il governo difende l’indifendibile

Flavia Perina – Fatta l’intesa, bisognerà difendere l’indifendibile e trasformare nel racconto di un eroico pareggio l’umiliazione continua degli ultimi sei mesi culminata nell’intesa di Turnberry, Scozia. L’indifendibile è ovviamente Donald Trump, il Paparino, il meme vivente vestito da Giulio Cesare, da Papa, da Superman, che abbiamo accarezzato dicendo: «Quello che dice non è detto che lo faccia», molto rumore per nulla, alla fine non volterà le spalle agli alleati di sempre. E invece. La partita dei dazi finisce quindici a zero, con numeri mostruosi di contorno. Acquisti di petrolio e gas dagli Usa per 750 miliardi di dollari, investimenti garantiti in America per altri 650 miliardi da parte della nostra industria, una “tassa sull’amicizia” così enorme da rendere increduli sulla sua effettiva applicazione. Poi, pure la beffa perché nelle dichiarazioni seguite all’incontro con Ursula von der Leyen il Paparino prometterà di essere gentile con i Paesi che non hanno trattato accordi: pagheranno tariffe del 15 o del 20. Insomma, abbiamo negoziato per mesi per ottenere un risultato poco distante o forse identico di chi al tavolo non si è neanche seduto.

Difendere l’indifendibile è un problema alquanto italiano, gli altri non provano nemmeno a nascondere la delusione o addirittura l’allarme per le conclusioni di questa difficile partita, che si somma alle onerosissime intese sulla difesa continentale. Il cancelliere Friedrich Merz, leader di un Paese e di una formazione che pure esprime la guida della Commissione Ue, ammette con franchezza che i dazi causeranno danni ingenti all’economia tedesca. Il governo francese definisce l’accordo sbilanciato, con l’opposizione di destra che invita addirittura Emmanuel Macron a non sottoscriverlo a tutela dell’interesse nazionale. In Spagna Pedro Sanchez si impegna a sostenere il patto ma precisa: senza alcun entusiasmo. Da noi si sceglie lo spartito encomiastico e il comunicato congiunto a tripla firma – Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini – sembra l’annuncio di un Great Deal, per dirla col linguaggio trumpiano: pericolo scongiurato (la famosa guerra commerciale), Quota Quindici sostenibile, barra dritta per «mantenere salda l’unità dell’Occidente».

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