IL BUGIARDINO NON CONOSCE IL CALDO !
Mentre le estati italiane si trasformano in stagioni tropicali e gli ospedali si riempiono di anziani provati dalle ondate di calore, un interrogativo pungente attraversa la sanità pubblica: la medicina è pronta ad adattarsi al clima che cambia?
Secondo quanto emerso da un comunicato dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e come sottolineato da esperti in farmacologia, i farmaci non sono immuni al caldo. La loro azione può essere alterata dalle alte temperature, con conseguenze cliniche gravi e spesso sottovalutate.
💊 I farmaci e il termometro: un rapporto sottovalutato
Molti medicinali di uso comune—ansiolitici, antipertensivi, antistaminici, antidolorifici—possono interferire con i meccanismi fisiologici che ci permettono di sopportare il caldo. La sudorazione, la regolazione della pressione arteriosa, l’idratazione e persino la lucidità mentale possono essere compromesse. Il rischio è particolarmente alto per gli anziani e i pazienti fragili, che spesso assumono più farmaci contemporaneamente.
📉 Un corpo provato e una terapia da rivedere
Ogni estate si ripetono gli stessi scenari: disidratazione, svenimenti, reazioni cutanee, alterazioni psichiche. Effetti collaterali che si sommano e si amplificano. Eppure, la prescrizione rimane invariata, perché nella medicina pratica il clima è ancora una variabile ignorata.
Secondo AIFA, in casi “estremi” può essere necessaria una rimodulazione della terapia. Ma cosa significa “estremo” quando molte città italiane superano regolarmente i 40 gradi, e la popolazione fragile aumenta?
🌡️ Serve una medicina che senta il tempo
Non basta monitorare i livelli di potassio o gli enzimi epatici. Occorre riconoscere che il caldo è un attore clinico a tutti gli effetti. È tempo di abbandonare l’approccio “stagione-indipendente” e abbracciare una medicina climaticamente consapevole, capace di accompagnare il paziente anche nel cambiamento ambientale.
🧭 Verso una nuova responsabilità terapeutica
I medici, i farmacisti e le istituzioni devono essere più attenti ai segnali del clima. Modificare una terapia in estate non è un segno di debolezza, ma di precisione e attenzione al paziente. Perché la salute non è solo biochimica, è anche meteorologia, ambiente, contesto.


