IN ADDENDUM A CRISTINA PERI ROSSI

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

IN ADDENDUM  A  CRISTINA  PERI  ROSSI

Dicevo nell’articolo precedente che sentimenti come l’amore, la passione, il desiderio diventano ragioni determinanti quando sono accompagnate dal pensiero. Il cuore e i sentimenti, certamente, reclamano i loro diritti ma si attivano meglio e di più quando nella coscienza si è formata l’immagine che poi si traccia sul foglio. La via del cuore passa per la testa. E quanto più idealistiche sono queste rappresentazioni, più beatificante e dotato di vita il sentimento. Il compito dell’anima poetica di Cristina sta proprio gettare quel ponte tra il suo essere e l’amata. Ha il sentimento di appartenenza che la unisce al mondo e che è dentro di essa, il mondo a lei accessibile dentro l’orizzonte dei suoi interessi. È la riunione col Mondo a cui aspira, il suo cammino di libertà.

Aggiungo che la poesia di Cristina Peri Rossi trasforma integralmente le percezioni del rapporto amoroso e dà loro un nuovo aspetto, imprime loro un’altra direzione, che è quello a cui mi riferivo dicendo che l’erotismo non è la sessualità. Potremmo chiamarla fantasia morale, l’immaginazione che trasforma, la sorgente dello spirito che si libera. I semplici predicatori di morale, quelle persone che si fabbricano regole etiche ad hoc, sono improduttivi. Somigliano ai critici che sanno spiegare con competenza come debba essere fatta un’opera d’arte, ma che non sono essi stessi capaci di crearne una, anche minima. La poeta uruguayana non sente alcuna restrizione, né quella della natura che alimenta gli impulsi, né la costrizione che deriva da pregiudizi, abitudini di pensiero e censure. Vuole semplicemente estrinsecare quello che è in sé. Segue il suo amore per l’oggetto del desiderio ed è lei stessa che agisce. Non riconosce alcun principio esterno perché ha trovato in sé stessa la causa dell’azione poetica, non esamina razionalmente se la sua azione nel comporre quei versi sia buona o cattiva: la compie perché l’ama. Neppure si domanda come agirebbe un’altra persona nel suo caso, ma agisce come la sua individualità si vede spinta a volere. Per i nostri istinti e impulsi siamo accomunati tutti uguali nella stessa barca; per la particolare forma dell’idea attraverso la quale mi distinguo e mi designo come io, sono un individuo.

Buona lettura delle sue poesie!

FILOTEO NICOLINI

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