Fonte: chrishedges.substack
Chris Hedges: Sarò in Italia, insieme a Francesca Albanese, Yanis Varoufakis e Greta Thunberg, per sostenere lo sciopero nazionale indetto dai sindacati italiani per fermare tutte le spedizioni di armi verso Israele (Video)
Le nazioni occidentali non faranno nulla per fermare il massacro in corso dei palestinesi da parte di Israele. Non faranno nulla per alleviare la fame e le malattie che stanno decimando i palestinesi a Gaza. Le nostre nazioni sono state e rimangono complici a pieno titolo del genocidio. Rimarranno complici finché il genocidio non giungerà alla sua triste conclusione.
A meno che non li fermiamo.
Almeno 242 palestinesi a Gaza sono stati uccisi da Israele dall’annuncio del “cessate il fuoco”. La prima grande violazione del cessate il fuoco ha portato a raid aerei israeliani che hanno ucciso più di 100 palestinesi, tra cui 46 bambini, e ne hanno feriti altri 150. I palestinesi a Gaza continuano a subire bombardamenti quotidiani che radono al suolo le loro case. Israele ha distrutto più di 1.500 edifici dall’inizio del cessate il fuoco, spesso decimando interi quartieri con cariche di demolizione . Bombardamenti e spari continuano a uccidere e ferire civili, mentre i droni continuano a sorvolare la Striscia, diffondendo minacce minacciose o sparando sui civili. Prodotti alimentari essenziali, aiuti umanitari e forniture mediche rimangono scarsi a causa dell’assedio in corso. E l’esercito israeliano controlla più di metà della Striscia di Gaza, sparando a chiunque , comprese le famiglie, si avvicini troppo al suo confine invisibile, noto come linea gialla. La loro colpa? Tornare alle rovine delle loro case .
In Israele sono pochi quelli che si oppongono. L’82% degli ebrei israeliani sostiene l’idea di espellere l’intera popolazione di Gaza e quasi la metà sostiene la sua uccisione . L’80% degli israeliani afferma di non essere “così preoccupato” o “per niente preoccupato” dalle notizie di carestia e sofferenza tra la popolazione di Gaza.
Non ci sono dubbi. Israele è uno stato e una società genocida.
Ecco perché il 28 e 29 novembre sarò a Genova e Roma, insieme a Francesca Albanese , Yanis Varoufakis e Greta Thunberg , per sostenere lo sciopero nazionale indetto dai sindacati italiani per fermare tutte le spedizioni di armi in Israele e protestare contro le richieste del governo del Primo Ministro Giorgia Meloni di aumentare la spesa per la difesa.
Non dobbiamo permettere ai nostri leader politici di normalizzare il genocidio e la guerra. Non dobbiamo abbandonare lo stato di diritto. Non dobbiamo, con il nostro silenzio o la nostra passività, essere complici. Dobbiamo fermare le spedizioni di bombe e armi a Israele. Dobbiamo boicottare le aziende che fanno affari in Israele, così come ogni evento sportivo con squadre israeliane, ogni concerto tenuto da musicisti israeliani e ogni scambio con accademici e studenti israeliani. Dobbiamo costringere le nostre università e istituzioni a disinvestire da Israele. Dobbiamo interrompere i rapporti diplomatici. Dobbiamo essere presenti quando i leader israeliani tengono conferenze stampa o visite di Stato. Dobbiamo essere presenti in ogni porto quando attraccano navi da turismo israeliane . Dobbiamo porre fine al genocidio.
Dipende da noi, da chi scende in piazza, da chi organizza gli scioperi. Non c’è altro meccanismo che possa salvarci. Nessuno.
Non possiamo fallire. Se fallissimo, Gaza sarebbe solo l’inizio. Il mondo sta crollando sotto l’impatto della crisi climatica, che sta innescando migrazioni di massa, stati falliti e incendi catastrofici, uragani, tempeste, inondazioni e siccità. Con il disfacimento della stabilità globale, la terrificante macchina della violenza industriale indiscriminata e degli omicidi di massa, così familiare ai palestinesi, diventerà onnipresente.
I droni militarizzati, gli elicotteri da combattimento, i muri e le barriere, i posti di blocco, le spirali di filo spinato, le torri di guardia, i centri di detenzione, le deportazioni, la brutalità e la tortura, il diniego dei visti d’ingresso, l’esistenza da apartheid che deriva dall’essere clandestini, la perdita dei diritti individuali e la sorveglianza elettronica, sono familiari tanto ai migranti disperati lungo il confine messicano o che tentano di entrare in Europa quanto ai palestinesi. Presto, senza controllo, questi strumenti di repressione statale saranno usati contro di noi.
Israele incarna lo stato etnonazionalista che l’estrema destra negli Stati Uniti e in Europa sogna di creare per sé, uno stato che rifiuta il pluralismo politico e culturale, così come le norme legali, diplomatiche ed etiche. Israele è ammirato da questi proto-fascisti proprio perché è razzista e senza legge, perché usa la forza letale indiscriminata per “purificare” la sua società da coloro che vengono bollati come contaminanti umani.
Rifiutandoci di cooperare, bloccando i meccanismi del commercio e dello Stato, resistendo al male, affermiamo la nostra dignità e la nostra libertà. Scalfiamo l’edificio del potere dispotico. Alimentiamo le fiamme della speranza e della giustizia. Manteniamo viva la capacità di essere umani.
Quindi, unitevi a milioni di noi nelle strade d’Italia e nelle vostre strade. La lotta per la Palestina è la lotta di tutti noi.


