CORNELIS ZITMAN E LA SCULTURA FIGURATIVA NEL VENEZUELA
I temi che ispirano le sculture di Cornelis Zitman nascono nei Tropici da una felice combinazione del sangue indigeno e nero, con superfici lisce illuminate dal sole.
Cornelis Zitman nasce nel 1926 a Leiden, Olanda, studia pittura nell’Accademia di Belle Arti della Haya, e non volendo fare il soldato, si imbarca su una petroliera svedese per discendere a Maracaibo, Venezuela. dove rimane sedotto per tutta la vita. Comincia a fondere, a scolpire, dando vita a forme volumetriche singolari. E queste forme acquistano esistenza per conto loro. Lavora con figure femminili, dal viso schiacciato, aborigene, ermetiche. Corpi dal ventre prominente, braccia e gambe irrisorie, figure inattive, poco sensuali, o meglio, dalla sensualità del corpo naturalmente nudo, e quindi aperto, docile, sincero. Sono figure e personaggi dall’indecifrabile attrazione.
Premetto che non mi intendo di scultura. Per me, queste opere restituiscono vita e forma tridimensionale a qualcosa di invisibile, perché creare è dare forma a ciò che è ancora invisibile, e le tre dimensioni sono più consone a noi, possiamo fruirle da tutti i lati, è qualcosa di recondito portato alla luce.
Al contemplare queste opere nel Museo de Bella Arte Sofìa Imber di Caracas, l’attrazione che ho sentito deriva dal coraggio di chi ha dato volto e forma a fantasmi della società venezuelana, esclusi dall’immaginario, perché tutto è stato retto dagli stereotipi dei concorsi di bellezza e dallo spettacolo televisivo fondato su Miami.
Mi sono accorto che le cose scompaiono alla vista e sfuggono alla coscienza, se non si entra in un vivo confronto con l’oblio e l’indifferenza. E l’opera di Zitman mi ha tolto allora quel velo davanti agli occhi. Perché Venezuela era un Paese popolato in maggioranza da esseri resi invisibili, indigeni, afrodiscendenti, meticci, di cui si tendeva a ignorare la presenza perché sottomessi ed esclusi dopo essere stati decimati o sfruttati.
FILOTEO NICOLINI

Immagine: SERENIDAD


