Area Pd /sinistra, scontro sul ddl Delrio sull’antisemitismo. D’Alema: ammonisce: «contro la «pulizia etnica dei palestinesi» e Fassino che elogia la democrazia israeliana

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Andrea Carugati
Fonte: Il Manifesto
Area Pd /sinistra, scontro sul ddl Delrio sull’antisemitismo. D’Alema: ammonisce: «contro la «pulizia etnica dei palestinesi» e Fassino che elogia la democrazia israeliana
La questione palestinese agita e divide il Pd. Massimo D’Alema e Piero Fassino, che insieme hanno guidato per anni i Ds, se le suonano quasi in diretta, con il primo che ieri alla Camera ha tuonato contro la «pulizia etnica dei palestinesi»; e il secondo che, in diretta dalla Knesset, mercoledì ha elogiato la democrazia israeliana.
Non bastasse lo scontro tra i due ex segretari, dall’ex Margherita è arrivato Graziano Delrio, con una proposta di legge sul contrasto all’antisemitismo di cui ha parlato ieri su queste pagine Roberto Della Seta: un testo che sostanzialmente equipara le critiche ad Israele all’antisemitismo. E che è stato subito sconfessato dal capogruppo Pd in Senato Francesco Boccia: «Il senatore Delrio ha agito a titolo personale e la sua proposta non rappresenta la posizione del gruppo né quella del partito». Eppure l’ex ministro non si è mosso da solo. Il suo ddl è stato firmato da altri senatori Pd: Simona Malpezzi, Alessandro Alfieri, Alfredo Bazoli, Pier Ferdinando Casini, Tatjana Rojc, Filippo Sensi, Walter Verini, Sandra Zampa, Beatrice Lorenzin, Andrea Martella, Valeria Valente e Antonio Nicita (gli ultimi tre hanno ritirato la firma).
Per definire cosa va considerato antisemitismo si fa riferimento al documento approvata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (International holocaust remembrance alliance -Ihra) che qualifica come antisemita ogni critica radicale contro Israele e verso il sionismo quale sua ideologia fondativa, come ad esempio paragonare le azioni di Netanyahu a quelle della Germania nazista. Il ddl obbliga le università ad individuare al proprio interno «un soggetto preposto alla verifica e al monitoraggio delle azioni per contrastare i fenomeni di antisemitismo». Misure criticate con forza da Angelo Bonelli di Avs: «Se questo testo diventasse legge, chi contesta radicalmente i comportamenti dello stato di Israele verrebbe definito antisemita e quindi sanzionato».
Malpezzi, una delle firmatarie, replica spiegando che il provvedimento «non tocca la libertà di espressione ma l’istigazione all’odio». E Pina Picierno aggiunge: «Sono grata a Delrio, avanti!». Delrio non sembra avere alcuna intenzione di ritirare il ddl. E spiega al manifesto: «La definizione di antisemitismo è da noi usata perché assunta dal Parlamento Europeo nel 2017 e dal governo Conte nel 2020».
D’Alema ieri ha usato toni diametralmente opposti, definendo quella in corso in Palestina «una pulizia etnica, un piano di sottomissione e colonizzazione che mira a ridurre i palestinesi nelle condizioni dei nativi americani». «Questo piano di espulsione si sta attuando, mentre l’idea dei due stati è solo retorica: per porre un argine serve una mobilitazione popolare, visto l’atteggiamento penoso e complice dei governi europei», ha detto l’ex premier.
«Bisogna boicottare Israele, i suoi prodotti. Serve una forza militare internazionale non si arriverà mai a fermare le violenze». Sul Pd ha aggiunto: «Serve una discussione interna su questi temi, Schlein ha preso in mano la bandiera palestinese, ma vedo delle sbavature, anche dolorose, che danneggiano l’immagine del partito». Ogni riferimento a Fassino e Delrio non è casuale.
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