Fiducia sull’articolo 18: Renzi distrugge la sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Andrea Colli
Fonte: facebook

di Andrea Colli – 7 ottobre 2014

“…tutti ormai sappiamo come la pensa Matteo Renzi sul Pd, un Pd che ancora una volta si appresta ad umiliare. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha autorizzato la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, a porre la questione di fiducia sul testo di legge che oggi sarà avviato alla discussione del Senato. Una scelta, quella dell’esecutivo, largamente attesa e giudicata molto negativamente dalla minoranza Pd che sarà costretta ad allinearsi a Matteo Renzi, pena la crisi di governo. Per scansare ogni equivoco, il bersaniano Alfredo D’Attorre ha assicurato che il voto sarà “sì”. “La fiducia? Certo che la votiamo”. Miguel Gotor, senatore bersaniano, non ha un attimo di esitazione, per non far cadere il governo. Se è per i bersanian-dalemian-cuperliani diranno sì a una delega praticamente in bianco, che non contiene neanche l’estensione dell’articolo 18 per i licenziamenti disciplinari (ovvero, la mediazione ottenuta in direzione). Se è per i dissidenti, civatiani e dintorni (una decina in tutto, capeggiati da Mineo, Tocci, Ricchiuti e Casson), “usciranno dall’Aula”. Nel nome della “responsabilità”, insomma, il Pd è pronto ad arrendersi. D’altra parte, non c’è da stupirsi: in direzione, pure se il segretario aveva dei numeri schiaccianti, si è guadagnato il via libera dall’85 per cento dei votanti. Ben di più dei renziani presenti. Evidentemente, funziona il metodo-Matteo, che si può tradurre più o meno così: “O si fa come dico io, o cade il governo e si va a votare. Le liste le facciamo noi e chi non è con noi è fuori”.

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