di Fausto Anderlini – 13 maggio 2018
Riccardo Achilli è acuto ed è l’unico livornese di cui mi fido. e al quale, forse, mi sento di voler bene. Però talvolta non lo seguo, come quando spara sulla crocerossa che cerca di portare le spoglie di Leu all’ospedale, Certo avendo tutte le ragioni di questo mondo, Dice: Meglio lasciare le cose come sono… già ma son due o tre partitini, o quasi. Dunque che male può derivarne provando a farne uno ? Certo sempre molteplice e plurale nella sua costituzione, of course…Poi dice: lavorare su una nuova comprensione, un nuovo linguaggio….e va bene, ognuno ha la sua libreria, il suo studiolo e partecipa a qualche cenacolo di glottologia politica…per la qual cosa, è vero, non è necessario un partito…Poi dice però: nuovi gruppi dirigenti…e casca l’asino perchè i gruppi dirigenti son consustanziali al partito come forma…se no che cappio dirigono ? Infine dice: un’opera di ritessitura con i territori,,,e l’asino stramazza definitivamente…ammesso che i territori esistano davvero come le pezze di stoffa, per ritesserli ci vogliono gli strumenti, una ditta, delle maestranze, assieme a una qualche idea di cosa trarne fuori, se un abito da sera, una coperta, un pagliaccetto o altro vestimento…Insomma ci vuole una sartoria con un minimo d’efficenza,,,Qualcosa che non è un partito, però cazzo vi somiglia da matti….E non si vengano a tirar fuori le fantasmagoriche reti che si ricamano orizzontalmente da sole attorno a una irenica bandiera arcobaleno perchè vien voglia di usare il forbicione se non un lanciafiamme….Dunque siam sempre da capo…..


