di Luigi Altea 6 novembre 2016
Non tutti sono come Bernardo Caprotti, l’ex padrone di Esselunga, che ha lasciato in eredità ai figli un patrimonio immenso. E ha potuto destinare alla segretaria ben 75 milioni di euro.
La più modesta ambizione di un lavoratore anziano o di un pensionato, è di riuscire a “mettere da parte” quanto basta per far fronte alle spese del suo funerale…
Una persona normale, infatti, oltre il padre e la madre, cerca di onorare anche i propri debiti, e desidera fortemente non arrecare fastidio a nessuno, neppure il giorno in cui toglierà il disturbo.
Un mio carissimo zio, beneficiario di una modestissima pensione di bracciante agricolo, mise i suoi risparmi “al sicuro”, nel cassetto del suo comodino, vistosamente bloccato con un grosso lucchetto…
Penso a lui con grande affetto e con grande gratitudine, specie in questi giorni dedicati alla commemorazione e al ricordo… Fu di grande aiuto ai nipoti da vivo, non volle essere di peso da morto.
Bernardo Caprotti, invece, i suoi risparmi personali li aveva messi al sicuro nella Deutsche Bank. Forse perché non ci stavano tutti nel cassetto del comodino, o forse perché non gli era simpatica la Unipol Banca…
Chissà.
Certo è che la Deutsche Bank non meritava tanto privilegio, non essendo i tedeschi in possesso della Fidaty Card, e non essendo la Germania terra di Esselunga (fortunatamente neanche più di Esse doppia) .
In futuro, però, se per andare in pensione bisognerà accendere un mutuo ventennale, per i pensionati sarà sempre più difficile realizzare l’aspirazione di “volare in cielo” senza la zavorra dei debiti.
Il rischio è che i pensionati si estinguano, prima d’aver estinto il mutuo.
Neppure “la livella”, quindi, annullerà le differenze tra ricchi e poveri.
Caprotti, per i suoi sarà per sempre un caro estinto.
Un pensionato povero è destinato a diventare, per i suoi familiari, un estinto caro.
Tanto caro, in tutti i sensi, al punto che, a differenza di Caprotti, sarebbe stato molto meglio che non si estinguesse….


