Anderlini: “Votate Conte – se volete salvare il Pd e la sinistra”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Anderlini: “Votate Conte – se volete salvare il Pd e la sinistra”
Un atto d’amore interessato. Ovvero come evitare che il procione diventi un bradipo attaccato all’albero immobile del Pd.
La falsa coscienza, talvolta utile nella storia nel dar vita a importanti effetti inintenzionali (buscar el levante por el poniente) è comunque un efficace lenitivo psicologico. Un doping che ci si autosomministra per sortire dall’incertezza di dubbi che arrovellano ed escludere alternative troppo impegnative.
Dopo la debacle della conversione al centro nel nome di un draghismo con la bava alla bocca, molti si stanno abbandonando a un sospiro di sollievo se non a salti di gioia. Allontanati Calenda e Renzi il Pd si sposta a sinistra per default. L’alleato più forte è ora il cocomero coi radical di spicco tratti dalla società civile, più che compensativi rispetto a qualche peccato di nepotismo, mentre la sinistra interna al Pd riprende quota. Leggo i commenti di compagni rinvigoriti nelle loro speranze: ‘Vedete come la sinistra riprende fiato ? Non si è mai parlato tanto di lavoro come adesso!’. E a rafforzativo trova nuovo vigore la cultura del sospetto antigrillino: Conte è sempre quello dei decreti sicurezza con Salvini, colui che cinguettava con Trump, il politico che ha permesso ai villettari di rifarsi il cappotto, il peronista in doppio petto che distribuisce mance ai descamisados e che col salario minimo vuole mettere fuori gioco i sindacati…..Siamo noi la vera sinistra, l’unico baluardo contro la destra…
Pie illusioni, patetiche autoconvinzioni, falsa coscienza. Un Pd ri-diventato di sinistra a sua insaputa. Mi viene in mente l’ironico richiamo di D’Alema, in quel capodanno galeotto, a un Pd guaritosi da solo dal renzismo per intercessione di una sinistra provvidenza. ‘Vade retro, malato sarai tu’, risposero piccati i maggiorenti del Pd. E vien da pensare che la definizione migliore per il Pd è quella di un portatore sano di malattia. Vive infettando il resto del mondo, e sommamente i coglioni che lo avvicinano.
Può essere che Letta la scampi battendo sul filo di lana la Meloni nella gara al primo partito. Ne dubito e non credo neanche sia una genialata cercare il corpo a corpo con la pulzella littoria. Quando un uomo (dai tratti effeminati del democrat) incontra una donna (sempre tale sotto i fascio-pantaloni) è sempre lui il pistola. Alla fine Letta sarà chiamato a pagare dazio per una sconfitta dalle proporzioni devastanti in un diluvio recriminatorio in cui nessuno vorrà prendersi la responsabilità. A Bologna del resto, come altrove, il Congresso dei fratelli coltelli è già in corso. Il laburista Lepore (tutta la mia simpatia) contro il riformista calendiano Bonacini. Comune contro regione, con Merola nel mezzo a distribuire prezzemolosi ma anche.
Quando si arriverà alla resa dei conti c’è da scommettere che il sostituto non sarà un laburista bersaniano, ma un tipo animato da una virulenta revanche di ‘riformismo’ cioè di radicalismo liberistico e di euro-atlantismo in salsa anglo-polacca. Magari un maraglio come Calenda, ma d’estrazione popolare anziché pariolina. Un converso animato da un impeto parossistico di ‘riformismo’. Un Bonacini, puta caso. Sempre lui. Sono anni che sta sul pezzo. Altro che i democristiani de-gasperiani che dal centro guardano a sinistra,! Per fare una vera politica che guarda a destra ci vuole uno che venga da sinistra. Un converso che è stato comunista, un marrano cattivo (Napolitano docet, e Mattarella gli fa un baffo) è quanto di meglio.
Del resto saranno i rapporti di forza fra gli eletti a decidere: vedremo quanti renziani apocrifi, ovvero franceschiniani, gueriniani, tinagliani ecc. ecc. ci saranno per un Provenzano, un Orlando e uno Speranza. Mettiamo tre a uno ? Faccio la firma.
A meno che…C’è una unica eventualità per la quale il Pd possa ‘svoltare a sinistra’ dando peso ai saragattini e ai lombardiani incistati nelle sue riserve. L’intervento di una forza maggiore che dall’esterno lo condizioni, costringendolo a muoversi. Non la destra, la quale, nella sua strapotenza, non può che confermare lo stallo della lotta presunta fra liberismo neo-democratico e sovranismo autocratico (null’altro che un gioco delle parti fra due destre). Ma un successo di Conte coi suoi nove punti a sfondo sociale. Insomma una vera sfida da sinistra, senza la quale è impossibile che il Pd si liberi dalle secche nelle quali è incagliato. Fu così anche in passato. Ripensiamoci. Il primo centro-sinistra a guida nenniana e morotea fece riforme importanti perché era sfidato dal Pci e le stesse socialdemocrazie europee realizzarono lo stato sociale sotto lo stimolo egemonico dell’Urss. In ultima analisi una sana concorrenza è la via migliore per andare verso il popolo con vere riforme. Senza il pungolo del pericolo nessun si muove. Tutti dormono e i procioni diventan tosto dei bradipi.
Perciò non me ne vogliano i compagni accasatisi sotto l’ombrello del Pd democratico e progressista. Se vado verso Conte è anche e soprattutto per farli contare qualcosa e dargli una chance nel risanamento neo-laburista del Pd. Perso per perso (e non è Conte come non sono io che ha voluto perdere) questo è l’unico second best a disposizione. Votare Conte perché è giusto. Così giusto che farà anche il loro bene. Invito tutti a fare come me. Se amate davvero Speranza, Arturo Scotto, Provenzano, Orlando e persino Nico Stumpo, siate autenticamente bersaniani, votate Conte.
Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.