di Area Politica – 19 maggio 2017

Pierluigi Bersani, che è persona seria, se vuole che il suo movimento Art.1-Mdp possa assumere insieme al resto della sinistra la veste di alternativa al renzismo (altrimenti perché sono usciti dal Pd?) deve cominciare a parlare una lingua diversa e comprensibile affinchè i potenziali elettori gli diano la fiducia. La composizione del suo movimento per ora è troppo disomogenea e questo dà adito a confusione sul vero obiettivo che si è posto.

Giuliano Pisapia, che si è autoproclamato federatore del centrosinistra italiano, avrebbe dovuto rimettere insieme i pezzetti di una galassia sparpagliata (col beneplacito di Romano Prodi). Il problema è che un giorno guarda a sinistra (Mdp) e il giorno dopo guarda a destra (Renzi e gli altri), quindi mostra la solità ambiguità di una politica che si definisce “nuova” e che invece non lo è, per giunta con una consistenza elettorale molto modesta in base ai sondaggi.

La sua ultima ambigua uscita di apprezzamento alla nuova legge elettorale (il Rosatellum) che sembra cucita addosso al Pd dal migliore degli stilisti, permetterebbe a Renzi alleanze variabili,  potendo tentare di aprire a destra in alcune circoscrizioni e a sinistra (ovvero a Pisapia) in altre e l’approvazione del “Rosatellum”sarebbe letale per il resto della sinistra. Quindi a chi serve veramente Pisapia e il suo Campo progressista? Poi ci sembra impensabile che gli ex Pd si mettano al tavolo con il partito che hanno appena lasciato per negoziare candidature comuni. La soglia di sbarramento al 5%, peraltro, non induce all’ottimismo.

Un altro aspetto che rende contraddittori e non credibili Mdp è il ruolo di stampella del governo Gentiloni che si sono ritagliati: dovrebbero aver imparato a loro spese che con Renzi non si tratta.

Quindi riteniamo che sia giunto il momendo che Art.1-Mdp si affranchi in modo netto dal Pd e dal suo governo, se ha l’ambizione di poter diventare insieme agli altri pezzi della sinistra una vera alternativa al renzismo. Diversamente è una perdita di tempo.