In sardo, come in francese, le balle sono i proiettili di un’arma da fuoco.
Quasi sempre esse sono molto più “intelligenti” di che le spara, come insegna la tragica vicenda di Voghera.
Nessun colpo d’arma da fuoco è tanto preciso quanto quelli sparati per sbaglio.
Mentre i pistoleri difettano spesso di una buona mira, le pallottole esplose inavvertitamente o per errore, invece, vanno dritte al bersaglio, come se avessero incorporata un’intelligenza artificiale, capace di leggere nelle recondite intenzioni dell’inconsapevole sparatore.
I due marò spararono una sventagliata in acqua, ma le pallottole anziché colpire il minuscolo oceano indiano, colpirono per sbaglio i poveri pescatori.
La cronaca è ricchissima di altri esempi.
C’è stato chi per sbaglio ha colpito in fronte la moglie, mentre voleva sparare al piede del suo amante E chi ha sparato in aria per impaurire il ladro, ma lo ha colpito per sbaglio alla nuca…
L’assessore non voleva neppure sparare. Il proiettile ha colpito al cuore, ma il leghista forse neppure sospettava che quel disgraziato avesse un cuore.
Per fortuna, però, succede anche il contrario. Non mancano, infatti, i casi in cui il pistolero ha voluto fare tutto da solo, in totale consapevolezza, e la pistola si è rifiutata e si è inceppata.
Vi ricordate l’attentatore di Maurizio Belpietro? Aveva programmato tutto: inserito il proiettile, tolto la sicura, mirato per bene…ma la pistola s’inceppò, e le balle restarono in canna: un miracolo della balistica e della ballistica.
Spero che il progresso della tecnologia permetterà presto ai magistrati di interrogare direttamente l’intelligenza emotiva delle armi.
Forse scopriremo che, tra tutte le balle, quelle sparate per sbaglio dalle pistole sono più credibili di quelle sparate di proposito, ogni giorno, dagli esseri umani.


