Benedetta Piola Caselli: “Come ci si arriva, a Kiev assediata? Col treno.”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Benedetta Piola Caselli
Ucraina. Diario di viaggio dell’inviata Benedetta Piola Caselli
16 marzo
Da Leopoli (Lviv) , Ucraina
E si: sono qui con l’ accredito di un quotidiano nazionale, al quale mando i miei pezzi e poi decide se pubblicarli.
Come ci si arriva, a Kiev assediata?
Col treno.
Lo sapevate?
Banalmente col treno.
Ovviamente si può andare anche con la macchina – i camion dei rifornimenti fanno avanti e indietro così – ma le distanze sono imponenti, quindi è meglio con il treno.
C’è n’è uno ogni quattro ore, anche se gli orari sono saltati.
Il viaggio è lungo e c’è il rischio che la ferrovia possa essere bombardata (le ferrovie erano un target normale durante la guerra) però ancora non lo è stata.
Questo è un fatto che mi ha colpita: quando sento “accerchiamento” penso alla chiusura, all’ isolamento, all’ impossibilità di contattare i propri cari.
Invece no.
Ovviamente il viaggio è sconsigliato, e il coprifuoco crea un grosso problema : se uno arriva fra le 20 e le 7 deve aspettare in stazione la fine.
Non può uscire, e fa un freddo cane.
Siccome il viaggio dura 10 ore e gli orari non sono fedeli, ecco che è facile ritrovarsi in stazione a ghiacciare.
Con in più il problema che la stazione è un obiettivo sensibile, quindi potrebbe sempre essere attaccata.
La stessa cosa vale per Odessa.
La stessa cosa vale , apparentemente , per Mariuopol – così mi ha detto una ragazza che abita vicino, però questo vorrei verificarlo meglio.
Poi sta alla valutazione di ognuno decidere se e quanto sopportare il rischio ma, astrattamente, si può fare e centinaia di persone lo fanno ogni giorno.
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