BUK. I 10.000 invisibili di Catania

per Gabriella
Autore originale del testo: Davide Di Bernardo
Fonte: PoliticaPrima.it
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2014/10/buk-i-10000-invisibili-di-catania.html

di Davide Di Bernardo

Venerdì, Sabato e Domenica (26-27-28 settembre 2014) si è tenuta al Palazzo della Cultura di Catania la  manifestazione degli editori indipendenti, la BUK.

Gli organizzatori dell’evento, mantovani doc, e altri 50 editori provenienti da tutta Italia hanno riempito il cortile dello storico palazzo facendo respirare alla città una meravigliosa aria di cultura, abituale fino a 20 anni fa.

Durante la serata conclusiva, prima di vedere sul palco, immobili ma simpatici, Musumeci e Pattavina, l’organizzatore catanese dell’evento, sotto lo sguardo attento dell’Assessore alla cultura del comune, ha voluto ringraziare i 10.000 visitatori che nella tre giorni hanno riempito il posto.

Unica nota negativa: l’assoluta mancanza di queste 10.000 presenze!

Gli editori erano per la maggior parte inferociti contro organizzatori e ospitanti, e l’hanno espresso pubblicamente durante le giornate, per l’assoluta mancanza di visitatori e la disorganizzazione assoluta nel gestire quello che rappresentava per loro un momento importantissimo per farsi conoscere e far conoscere nuovi autori italiani e non solo.

Le colpe sembrano doversi distribuire a più fronti:

500 bianchinaDa una parte gli organizzatori del Buk che sottovalutando la disinformazione presente nella nostra città non hanno creato una rete informativa adeguata limitandosi al solo volantinaggio, realizzato tra l’altro a partire dal mercoledì prima, 2 giorni prima dell’evento!, senza finanziare cartellonistica varia e soprattutto non capendo come funziona la macchina catanese.

Qui la cultura, se vuole farsi sentire deve pagare!

Infatti, dopo aver inviato, come avviene in tutta Italia, il comunicato stampa a La Sicilia, il bel quotidiano locale ha subito risposto che sarebbe stato interessatissimo a pubblicare la notizia, previo acquisizione dello spazio pubblicitario!!!

buk-festival-2014Tralasciando la voglia di far soldi, comune ma disgraziata del nostro primo quotidiano, si crea così solo ed esclusivamente DISINFORMAZIONE. Dall’altra parte il comune e il Teatro Stabile, fautori dell’evento, non hanno saputo sponsorizzarlo adeguatamente ed in più hanno creato un’incredibile realtà parallela che ha portato a credere nella riuscita di un evento andato malissimo. A dirlo sono gli stessi editori, coloro che hanno investito, oltre alle 180 € del banchetto, anche tantissimo altro denaro per arrivare fin qui persino da Genova, e che non hanno, in molti, nemmeno coperto le spese.

Catania aveva la possibilità di immergersi in un contesto internazionale che sembra stia svoltando dalla parte culturale dopo l’incontro informale dei Ministri della Cultura dei vari paesi europei tenutosi alla Reggia di Venaria (To) che hanno convenuto sull’idea che gli investimenti in cultura equivalgano a “investire in termini strategici di crescita e sviluppo” puntano a inserire gli investimenti nel settore della cultura all’interno dell’agenda strategica Europa 2020.

Purtroppo il “Sindaco dei Catanesi” non sembra aver afferrato il concetto, anche se in lui si credeva moltissimo durante la rielezione!

A Catania abbiamo avuto per 3 giorni rappresentanti editoriali di tutta Italia, con possibilità per aspiranti scrittori, libri per aprire nuove attività culturali e soprattutto VISIBILITÀ NAZIONALE, solo che a non accorgersene sono stati proprio i catanesi, non informati da coloro che si spacciano per  “sinistroidi figli della cultura”.

A Catania, cosa ancor peggiore, si è mentito su un evento che poteva riportare la cultura al centro del progetto urbano, ma che ha visto 10.000 invisibili personaggi all’interno e 100.000 ragazzi malvestiti e parlanti solo uno scurrile dialetto siciliano tra le strade limitrofe.

gente in piazzaEppure anche lì ho imparato qualcosa, non sarà stato un nuovo studio che porta Re Artù tra l’Etna e Catania, non sarà stato uno degli scritti che hanno concorso al Premio Strega 2014, questo e tanto altro era dentro; fuori ho imparato come si rimorchiano alcune ragazzine catanesi! e l’ho sentito dire ad un poeta in erba, tra Piazza Ogninella e Piazza Teatro Massimo, un ragazzetto che in questa frase rappresenta più di se stesso e del suo grezzo cappellino viola.

Per avere la fanciulla ai suoi piedi e sentirsi ripetere le medesime parole, è bastato un: “M’innamurai a prima Minkia!” Grazie Catania, non finisco mai d’imparare!

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