di Giovanna Ponti – 27 giugno 2019
Qualsiasi donna faccia qualcosa che disturba i destri di questo Paese, ottiene insulti, offese e vere e proprie minacce di tipo sessista.
Oggi tocca a Carola Rackete, ieri è toccato alla Bonino, dopo il malore che l’ha colpita domenica 23 giugno, due/tre settimane fa a Michela Murgia per il suo intervento nel corso dell’iniziativa “la Repubblica delle Idee di Bologna”.
E’ un metodo squadrista di spaventare le donne e anche di liberare gli istinti peggiori di una parte dell’elettorato che finalmente trova il modo di esprimersi liberamente con le sue nefandezze.
Parole cariche di odio che colpiscono tutti i dissidenti, ma che, nel caso l’oggetto sia di genere femminile, investono la sfera sessuale: minacce di stupro e insulti sull’aspetto fsico con descrizione di sevizie fino all’ augurio di una morte fra le sofferenze più atroci.
Il web si sta riempiendo di pagine a sostegno della politica leghista, dove questi insulti sono tantissimi: io personalmente ho segnalato due pagine, ma non è successo nulla e se anche si arriva a chiuderne alcune, altre sono pronte ad essere aperte.
Ho letto che S. ha speso più di 400 mila euro da quando è andato al governo per stipendi pagati, con i soldi nostri, alle persone che curano la sua comunicazione.
Nessuno gli ha mai consigliato di dissociarsi e condannare pubblicamente questo modus operandis della feccia fascista (non so come altro chiamarla).
D’altra parte se per primo è proprio il Ministro dell’Interno ad insultare le donne pesantemente fino ad arrivare alle bambole gonfiabili, cosa possiamo aspettarci?




