CINQUE MELE E UN PERICARPO

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

                                            CINQUE MELE E UN PERICARPO

 Abbiamo conquistato certa oggettività nell’osservazione e nel pensiero intelligente. La scienza della medicina ha allargato il campo delle ricerche e degli interventi, e a ben vedere si propone di osservare organi e prestazioni, cellule, globuli e cromosomi fin nei minimi dettagli materiali. Del resto, segue il modello del pensare quantitativo nato con la scoperta delle reazioni chimiche che sono condizionate da rapporti definiti e costanti espressi in relazioni numeriche tra atomi e molecole. Questa coscienza concepisce il mondo circostante come somma di unità computabili poste nello spazio e differenziabili a più non posso, e si è spinta da tempo sul cammino di ridurre tutto ciò che osserva e registra a blocchi dalle dimensioni piccolissime. Nel fare questo si serve di una concezione astratta di numero come elemento regolatore. Cercherò di esemplificare.

Immaginiamo di prendere 5 mele dal fruttivendolo e disporle sul tavolo. La relazione del numero 5 al gruppo di mele è in un certo senso esterna, rappresenta una etichetta di comodo che poco o nulla ha a che fare con la natura degli oggetti. Siamo familiarizzati col processo di contare unità uguali, mele, pere, euro, ore di lavoro, e quant’altro.

Posso contare pere e mele insieme sotto il nome di “frutta”, e se aggiungo carciofi parlerò di “prodotti vegetali”, e continuando di questo passo conterò e tratterò solo con cose senza ulteriore distinzione qualitativa. Questa concezione di numero è creata dalla mente umana e si applica con successo alle cose viste da fuori. Contare è proprio quell’appiccicare un cartellino alle cose.

Si tratta di una abitudine nel modo di pensare che risale nientemeno all’epoca quando i Nominalisti attribuivano alle cose nomi intesi come semplici etichette riassuntive. Il Nominalismo con Bacone diviene una acuta filosofia. Secondo Bacone andavano eliminati tutti i pregiudizi metafisici riguardo l’essere di quello che in fin dei conti ha solo un nome, una etichetta che ci serve per orientarci nel mondo sensibile. Fu inevitabile di lì a poco che ogni spiegazione dei fenomeni naturali escludesse dall’osservazione ogni cosa che non potesse concepirsi in termini di numero e misura.

È comodo contare, innegabilmente, ma non è corretto restringere il concetto di numero solo a questa applicazione. Vediamolo al tagliare una mela, non nella forma abituale longitudinale, ma seguendo un piano equatoriale. Come nella foto, ci troviamo in presenza della figura pentagonale a forma di stella. Essa rappresenta il pericarpo quintuplo nel centro della mela. Sebbene l’atto di contare per cui arriviamo al numero 5 è quello consueto, qui siamo di fronte a qualcosa di differente. La qualità del numero 5 ora è totalmente diversa. Questa stella quintupla ha nel caso della mela una qualità immanente, come immanente è il suo sapore, la forma arrotondata, e così via. Questo pericarpo quintuplo, di cui pure posso contare per diletto i cinque componenti, è una qualità costitutiva all’esemplare di mela.

C’è qualcosa che si afferra nel pensiero al contemplare il pericarpo, è l’idea costitutiva. In quanto il pensiero si impossessa dell’idea, esso si fonde con la base dell’esistenza cosmica in questo caso esemplare. Ciò che agisce nella mela penetra allo stesso tempo nello spirito, ed esso diviene unito con la realtà. La percezione dell’idea nella realtà è la vera comunione.

È ben chiaro che la relazione dell’unità alla molteplicità nel caso delle 5 mele sul tavolo è ben diversa da ciò che è il pericarpo quintuplo. Nel primo caso l’unità è la quantità più piccola rappresentata da ognuna delle 5 mele. Il passo da 1 a 2 è fatto unendo insieme due unità dall’esterno, il cammino da 1 a molti è per mezzo della addizione continua come siamo abituati a fare.

Nel secondo caso l’unità-la mela tutta-è rappresentata dal pericarpo quintuplo nel suo insieme, cioè da Uno che comprende molti, e i molti sono parte del tutto. In tal caso 2 è parte di Uno, 3 è parte di Uno e cosi 4, 5….

Quanto detto dovrebbe bastare per far incrinare la fiducia che nutriamo nel nostro continuo ricorrere al numero e alla misura, operazioni con limiti intrinseci: esse da un lato fanno aumentare le conoscenze mentre dall’altro riducono e mortificano la comprensione profonda del mondo.

La prossima volta, per sbucciare una mela, fate un taglio equatoriale…..ne viene fuori una interessante meditazione.

FILOTEO NICOLINI

Da una idea di Ernst Lehrs, “Man or Matter. Spiritual Understanding of Nature on the Basis of Goethe’s Method of Training Observation and Thought.”, Rudolf Steiner Press, 1985.

Immagine: Pericarpo quintuplo.

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