Fonte: La Stampa
Qualcosa sta cambiando. Alla fine del primo trimestre di quest’anno l’attualità ha modificato l’ordine delle priorità degli italiani. Sollecitati a fornire più di una risposta per indicare liberamente quale sia oggi la vera emergenza dell’Italia, 1 cittadino su 2 (48,6%) ha puntato il dito su inflazione e aumento dei prezzi e 1 su 4 (24,8%) sulle tasse che strozzano le aziende e le famiglie italiane. In queste risposte non troviamo la vera novità, del resto i dati Inps e Istat 2021 hanno indicato che l’80,2% ha un Isee inferiore ai 20.000 euro e il 57,5% inferiore ai 10.000 tra i 10,1 milioni di famiglie che lo compilano. I dati del Mef 2022 non si discostano dai precedenti facendo emergere che, sui 40,5 milioni di contribuenti, il 56% di coloro che compilano la dichiarazione dei redditi percepisce meno di 1.300 euro al mese e solo il 3,9% ha un reddito lordo superiore a 60.000 euro. In questo scenario il cambiamento nella classifica delle priorità lo si trova alla seconda posizione occupata a gran voce dagli sbarchi degli immigrati e dalla gestione dell’immigrazione nel suo complesso (26,2%). Fino al mese scorso questa voce occupava il fondo della classifica, mentre oggi si pone nuovamente sul – triste- podio avendo scalato tutte le posizioni dopo la vicenda di Cutro e i numerosi sbarchi degli ultimi giorni. La salute e tutti i temi legati alla tutela delle persona sono sempre in pole position (21,7%) e anche la guerra senza una via di uscita (20,6%) rimane alta nel ranking.
Tra gli argomenti elencati in maniera spontanea dai nostri intervistati non è emersa alcuna voce che richiami i diritti civili, tuttavia intervistati in maniera diretta su alcuni di questi argomenti i cittadini si sono schierati in maggioranza tra i favorevoli all’adozione per le coppie omosessuali (48,4% favorevoli, 43,0% contrari) e tra i contrari per la pratica dell’utero in affitto (28,1% favorevoli e 57,7% contrari). Osservando le divisioni per elettorato delle tabelle si capisce come le espressioni siano più libere che identitarie. Non si registrano infatti in nessuna fazione politica delle posizioni nette come lo erano in passato. In tutto questo, come un mese fa, il 39% legge ancora una maggioranza di governo unita e coesa nell’affrontare il futuro nonostante le polemiche e i confronti serrati al suo interno. Tuttavia un cittadino su due (48,8%) a oggi vede delle forti tensioni e malumori all’interno dell’esecutivo anche dentro la compagine di governo come tra le file di Forza Italia (36,2%).
Mentre sul piano politico il quadro sembra immobile, segnalando solo variazioni di piccole frazioni di decimale, per le leadership le variazioni in negativo sono molto più significative. Le due donne che rappresentano oggi l’epicentro della politica italiana si trovano nella nuova posizione di dover rendere conto ai loro elettori delle loro affermazioni e dei loro atti politici trascorso il periodo idilliaco delle loro parole in luna di miele. Anche Elly Schlein dopo l’entusiasmo dovuto alla sua elezione a segretario del partito, dovrà pianificare le sue posizioni – vedi le armi all’Ucraina, il reddito di cittadinanza, o il piano immigrati -, al di là dei suoi diktat identitari, dopo che la nomina dei due capigruppo al Senato e alla Camera ha già creato qualche malumore tra i suoi. Oggi la necessità di pianificare e realizzare obiettivi a breve scadenza è la spada di Damocle sulla testa di ogni leader politico. Gli italiani si presentano di fronte ai loro partiti di riferimento sempre più liberi – apparentemente- di identificare le loro convinzioni al di fuori di accettazioni cieche e preconcette legate a una linea. Desiderano far conoscere la loro opinione, si sentono fluidi – ormai è di moda- dimostrando che le loro priorità devono essere sempre in sintonia con i loro personali obiettivi. In questo clima è facile perdersi nel vortice della quotidianità e la costante iperstimolazione mediatica facilmente può ingannare il percepito nel definire le giuste priorità.