Consigli mediatici per un politico di professione (gratuiti e senza impegno)

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Consigli mediatici per un politico di professione (gratuiti e senza impegno)

Se fossi un consulente per la comunicazione di qualche dirigente politico gli consiglierei frugalità, gli suggerirei di evitare il bagno mediatico, la sovraesposizione, le continue dirette facebook, il chiacchiericcio social. I media sono come un veleno, se presi a piccole dosi fanno da antidoto, ma se diventano massicci uccidono. O come una droga, danno assuefazione e ti condannano a mostrarti anche quando non vorresti o non sarebbe il caso: quando, ad esempio, vai comunque in tv sapendo che è una trappola, perché verrai assalito e spolpato dagli altri ospiti. Dipendenza, insomma. È più forte di te, pensi che prendere schiaffi in tv sia meglio che starsene nel proprio ufficio a studiare le carte. È una specie di bulimia mediatica che (per converso e necessariamente) diventa anoressia politica (mi scuso, ovviamente, con chi soffre di queste brutte e gravi patologie).

Che succede quindi (ma pochi lo hanno capito)? Che mostrarsi di meno aiuta, che non accettare la logica perversa dei media ti lascia integro politicamente, che evitare una massiccia sovraesposizione salva la tua autorevolezza. E forse l’anima, se ce l’hai. La logica dei media non è la logica politica: la prima in realtà si è sovrapposta in questi anni alla seconda e l’ha quasi totalmente divorata. La quasi totalità dei dirigenti politici non sa nemmeno cosa significhi “studiare le carte” (per questo ci sono consulenti ben pagati), ignora che c’è un’alternativa a facebook, alla maleducata apparizione quotidiana nelle case altrui, magari all’ora di cena, quando le famiglie mangiano e i giovani sono già ammucchiati in qualche movida. Per la quasi totalità la politica è aprire un filo diretto cogli elettori e raccontare loro qualche sciocchezza congegnata con un guru. Dichiarare al mondo di essere vivi. Galleggiare nelle home page. Uscire sulle agenzie. Inondare i social. Esserci (ma Heidegger qui non c’entra niente, eh). Tutto qui.

Perché Roberto Speranza è apprezzato dai cittadini? Per varie ragioni: di sicuro studia le carte, di sicuro ha molte riunioni e telefonate da fare e ha poco tempo persino per la famiglia, immaginarsi per le comparsate in tv, e di sicuro anche perché appare poco sui media, il giusto diciamo. Non si usura. C’è chi ha giudicato tutto ciò in termini di paradossalità: ma come, non lo vede mai nessuno ed è così popolare? Certo. Sarebbe davvero paradossale l’opposto, che ci affliggesse continuamente in video invece di lavorare come dovrebbe e fosse pure benvoluto e apprezzato. Gallera, per dire, è l’opposto. Ha trascorso mesi a dare letteralmente i numeri in televisione, tant’è che mi chiedevo: ma questo quando lavora? Eppure ne avrebbe di cose da fare! Risultato finale, gli scappano delle sciocchezze in diretta tv o fb proprio perché non ha studiato o, se anche avesse studiato, perché non ha capito, magari per la fretta. Come a scuola, quando ci interrogavano e avevamo appena raffazzonato qualche lettura sbrigativa sull’autobus: la figuraccia era in diretta, i brutti voti erano a colpi di share.

Il mio consiglio (non richiesto) è questo. Statevene nei vostri uffici, fate il lavoro per cui siete stati eletti, incontrate cittadini e delegazioni solo se serve a capire meglio i problemi, parlate spesso con i dirigenti dei ministeri e dei dipartimenti perché è fondamentale, sentite umilmente i pareri di chi ne sa qualcosa, siate umili, fate domande invece di dare risposte alla cieca, dimostrate di conoscere i provvedimenti e non dai riassuntini del consulente ben pagato di cui sopra, fate comunicati stampa e non andate MAI ai talk show, MAI! Non ha senso. Piuttosto, se proprio è necessario per spiegare un provvedimento GIA’ PRESO, rilasciate interviste mirate. Fate come faceva un grande amministratore e dirigente politico con cui ho lavorato: era capace di scrivere lui stesso i provvedimenti se fosse servito, e non mancava occasione di suggerire ai dirigenti che fare e come fare. Chiedo troppo? Troppo studio? Perché a studiare molto si diventa ciechi, e
poi vengono le borse sotto gli occhi che danneggiano l’immagine in tv? Se è così che la pensate, allora avete sbagliato mestiere. Era meglio il saltimbanco. O il cantastorie. Decisamente.

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