Mentre presunti cristiani usano la fede e la spiritualità come arma politica, mentre il governatore della Regione più falcidiata d’Europa, con ancora 200 morti al giorno, straparla di aprire le chiese per le messe, lui, Papa Francesco, rompe il silenzio. E lo fa con poche, potentissime, parole:
“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni».
Tradotto? Obbediamo alle disposizioni per la salute di tutti.
La solita, ennesima, straordinaria lezione, un messaggio limpido a tutti quei finti cristiani che brandiscono il rosario, pregano in favore di telecamere, si appellano al Cuore Immacolato di Maria via tweet, e si rifugiano dietro un rito per nascondere il proprio abisso interiore, politico, culturale.
Non c’è bisogno di essere credenti per ammirare la grandezza di questo Papa.
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da Globalist
Il Papa, a Santa Marta, invita alla “prudenza” e alla “obbedienza” alle disposizioni perché non torni la pandemia. “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizione per uscire dalla quarantena – dice il Papa nell’intenzione di preghiera – preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.
Il Papa a Santa Marta mette poi in guardia dal “linciaggio sociale: anche questo succede con i martiri di oggi”. Il Pontefice, celebrando la quotidiana messa, fa l’esempio di “Asia Bibi: abbiamo visto dieci anni in carcere perché è stata giudicata da una calunnia e un popolo che vuole la morte davanti a questa valanga di notizie false che creano opinione e tante volte non si può fare nulla”.
Il Papa pensa anche alla Shoah: “La Shoah è nata così, è stata creata l’opinione contro un popolo e poi è diventata normale, ‘vanno uccisi’, un modo di procedere per fare fuori la gente che ti disturba. Tutti sappiamo che questo non è buono ma c’è un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di scartarla. Si crea una opinione – osserva Bergoglio – e con quel ‘si dice’ si crea opinione per farla finita con una persona”.
“La verità è un’altra – avverte Francesco – è testimonianza del vero, è chiara, trasparente. Non tollera le pressioni. Pensiamo a Stefano, primo martire dopo Gesù e ai tanti martiri per cui si crea una fama e questa persona va uccisa e pensiamo a noi che con i nostri commenti tante volte iniziamo un linciaggio del genere”. Il Pontefice pensa anche alle “istituzioni cristiane. Nelle nostre istituzioni lo abbiamo visto tante volte. No alla condanna che provoca il chiacchiericcio”.
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Francesco ha presieduto la Messa a Casa Santa Marta nel martedì della III settimana di Pasqua. Nell’introduzione pensa al comportamento del popolo di Dio di fronte alla fine della quarantena: In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni. (Vatican News)
Nell’omelia, il Papa ha commentato il passo odierno degli Atti degli Apostoli (At 7,51-8,1), in cui Stefano parla con coraggio al popolo, agli anziani e agli scribi, che lo giudicano con false testimonianze, lo trascinano fuori della città e lo lapidano. Anche con Gesù hanno fatto lo stesso – afferma il Papa – cercando di convincere il popolo che era un bestemmiatore. È una bestialità partire dalle false testimonianze per “fare giustizia”: notizie false, calunnie, che riscaldano il popolo per “fare giustizia”, è un vero linciaggio. Così hanno fatto con Stefano, usando un popolo che è stato ingannato. Accade così coi martiri di oggi, come Asia Bibi, per tanti anni in carcere, giudicata da una calunnia. Davanti alla valanga di notizie false che creano opinione, talvolta non si può fare nulla. Penso alla Shoah, dice il Papa: è stata creata un’opinione contro un popolo per farlo fuori. C’è poi il piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama, il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio che crea opinioni per condannare le persone. La verità invece è chiara e trasparente, è la testimonianza del vero, di ciò in cui si crede. Pensiamo alla nostra lingua: tante volte coi nostri commenti iniziamo un linciaggio del genere. Anche nelle nostre istituzioni cristiane abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dai chiacchiericci. Preghiamo il Signore – è la preghiera conclusiva del Papa – perché ci aiuti ad essere giusti nei nostri giudizi, a non cominciare e seguire questa condanna massiccia che provoca il chiacchiericcio.
Nella prima Lettura di questi giorni abbiamo ascoltato il martirio di Stefano: una cosa semplice, come è successo. I dottori della Legge non tolleravano la chiarezza della dottrina, e come è uscita sono andati a chiedere a qualcuno che dicessero che avevano sentito che Stefano bestemmiava contro Dio, contro la Legge. E dopo questo, gli piombarono addosso e lo lapidarono: così, semplicemente. È una struttura di azione che non è la prima: anche con Gesù hanno fatto lo stesso. Il popolo che era lì, ha cercato di convincere che era un bestemmiatore e loro hanno gridato: “Crocifiggilo”. È una bestialità. Una bestialità, partire dalle false testimonianze per arrivare a “fare giustizia”. Questo è lo schema. Anche nella Bibbia ci sono casi del genere: a Susanna hanno fatto lo stesso, a Nabot hanno fatto lo stesso, poi Aman ha cercato di fare lo stesso con il popolo di Dio … Notizie false, calunnie che riscaldano il popolo e chiedono la giustizia. È un linciaggio, un vero linciaggio.
E così, [lo] portano al giudice, perché il giudice dia forma legale a questo: ma già viene giudicato, il giudice deve essere molto, molto coraggioso per andare contro un giudizio così popolare, fatto a posta, preparato. È il caso di Pilato: Pilato vide chiaramente che Gesù era innocente, ma vide il popolo, se ne lavò le mani. È un modo di fare giurisprudenza. Anche oggi lo vediamo, questo: anche oggi è in atto, in alcuni Paesi, quando si vuole fare un colpo di Stato o fare fuori qualche politico perché non vada alle elezioni o così, si fa questo: notizie false, calunnie, poi cade in un giudice di quelli ai quali piace creare giurisprudenza con questo positivismo “situazionalista” che è alla moda, e poi condanna. È un linciaggio sociale. E così è stato fatto a Stefano, così è stato fatto il giudizio di Stefano: portano a giudicare uno già giudicato dal popolo ingannato.
Questo succede anche con i martiri di oggi: che i giudici non hanno possibilità di fare giustizia perché vengono già giudicati. Pensiamo ad Asia Bibi, per esempio, che abbiamo visto: dieci anni in carcere perché è stata giudicata da una calunnia e un popolo che ne vuole la morte. Davanti a questa valanga di notizie false che creano opinione, tante volte non si può fare nulla: non si può fare nulla.
Io penso tanto, in questo, alla Shoah. La Shoah è un caso del genere: è stata creata l’opinione contro un popolo e poi era normale: “Sì, sì: vanno uccisi, vanno uccisi”. Un modo di procedere per fare fuori la gente che è molesta, che disturba.
Tutti sappiamo che questo non è buono, ma quello che non sappiamo è che c’è un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama alla gente, di scartarla, di condannarla: il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio che crea un’opinione, e tante volte uno sente sparlare di qualcuno, dice: “Ma no, questa persona è una persona giusta!” – “No, no: si dice che …”, e con quel “si dice che” si crea un’opinione per farla finita con una persona. La verità è un’altra: la verità è la testimonianza del vero, delle cose che una persona crede; la verità è chiara, è trasparente. La verità non tollera le pressioni. Guardiamo Stefano, martire: primo martire dopo Gesù. Primo martire. Pensiamo agli apostoli: tutti hanno dato testimonianza. E pensiamo a tanti martiri che – anche quello di oggi, San Pietro Chanel – che è stato il chiacchiericcio lì, a creare che era contro il re … si crea una fama, e va ucciso. E pensiamo a noi, alla nostra lingua: tante volte noi, con i nostri commenti, iniziamo un linciaggio del genere. E nelle nostre istituzioni cristiane, abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dal chiacchiericcio.
Il Signore ci aiuti a essere giusti nei nostri giudizi, a non incominciare o seguire questa condanna massiccia che provoca il chiacchiericcio.
Il Papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale. Di seguito la preghiera recitata dal Papa:
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo.
Prima di lasciare la Cappella dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’antifona mariana “Regina caeli”, cantata nel tempo pasquale:
Regína caeli laetáre, allelúia.
Quia quem merúisti portáre, allelúia.
Resurréxit, sicut dixit, allelúia.
Ora pro nobis Deum, allelúia.
(Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia.
Prega il Signore per noi, alleluia).


